Nell'interessante contributo di E. Micati si riportano descrizioni di vecchi pastori e le due grotte dei due (?) "Passo della Fomica" sono descritte sul sentierino che parte dal Fosso La Valle di Palombaro (poco a monte de
Lo Stretto, nella parte inferiore della
Mmersa Grande) e, in destra idrografica, scollina nella zona del crinale NNE delle Macirenelle, tra la q. 1896 (vecchio punto trigonometrico) e la q. 1780 (
Morgione). Si tratta della traccia che ho seguito per il ritorno, con radi (ma fin troppo evidenti !) bolli rossi (v. sotto). Le grotte devono quindi stare sul versante Nord, palombarese, del crinale Raparo - Macirenelle, anche per questioni amministrative, essendo la parte a sud nel territorio comunale di Fara S. Martino. Il crinale è coperto da fitta mugheta (nella traversata dal Martellese/Forcone a Macirenelle, ci si deve assicurare che la mugheta non abbia ripreso i suoi spazi, tra un taglio e l'altro, altrimenti i passaggi obbligati nei corridoi tra i mughi potrebbero non essere evidenti e condurre fuori traccia) ma comunque non ci sono tratti stretti o cenge che possano giustificare la denominazione di Passo della Formica.
Quindi è possibile che vi fossero un paio di passi/ cenge simili presso la cresta, ma la conclusione più probabile è invece un'altra: il "Passo della Formica" sarebbe proprio quello che ho qui percorso, noto ai più assidui frequentatori e attenti conoscitori della montagna, e la sua caratteristica – seppur breve– traccia avrebbe dato nome all'intera zona della sella che lo sovrasta (150 m più in quota), ossia quella designata (erroneamente) come "Cima Raparo" sulle carte IGM e quotata 1960 m. Anche le grotte palombaresi sul versante opposto avrebbero preso nome dalla sella e gli attributi
de cupe/
de pide non andrebbero perciò riferiti a due passi distinti ma a due grotte, l'una a monte dell'altra.
Ovviamente queste sono deduzioni speculative e solo inchieste precise e/o ricerche approfondite su documenti e carte d'archivio potrebbero chiarire definitivamente la cosa.
Faccio notare che poco a W dell'evidente sella tra Raparo e Macirenelle di q. 1960 m IGM, c'è il trifinio (punto di confine tra tre territori comunali) Fara, Palombaro, Pennapiedimonte: è possibile che nelle documentazioni di atti demaniali o di liti per confini o per il possesso di territori, grotte etc, fossero nominati questi microtoponimi minori. I confini seguono spesso crinali montuosi principali e fossi secondari (raramente le valli principali sono divise in due territorialmente nel senso della lunghezza) e i punti dov'essi piegano decisamente, non di rado corrispondono a zone con emergenze naturalistiche o antropiche particolari (massi, spuntoni, alberi secolari, sorgenti, grotte etc; ad es. in sin. idr. del Fosso la Valle, il confine Pennapiedimonte - Palombaro piega in un punto posto poco sopra l'Arco naturale della
Grotta del Cavuto). Da notare ancora che su alcune vecchie edizioni delle carte IGM detto confine scende più a Est, in corrispondenza della q. 2014 di Cima Macirenelle, nella sottostante valle (localm.
Vallocchia Chiappino ? cfr. A. Sciarretta, 1997, p. 51) e segue un diverso tracciato (errore IGM o ridefinizione dei confini?).
Dopo essermi affacciato sull'altro lato del "Passaggio" (non troppo esposto in condiz. estiva perché largo), resistendo al pensiero di risalire da lì verso il Raparo (dir. NNW) driblando le barriere di mugo dove
parrebbero consentire l'arrivo in cresta (sul lato più prossimo, a E ? In ogni caso, come detto sopra, la traccia originale da qui scendeva ai Callarelli - Fonte Viola), torno sul passo discendendolo, rasento il grottone alla testata della ripida vallocchia risalita (
Grotta del [C]Raparo ?, ove rinuncio a entrare perché ci sono camosci, alcuni già allontanatisi ma altri ancora dentro, all'ombra del lungo scavernameto che ha solo un breve muretto sulla destra) e salgo su una ripida rampa fino al passaggio per la salita su
Cima Macirenelle. L'ultima volta, con Mimmo Ippolito, ero passato in traversata di cresta (salendo sulla traccia alta di Val Forcone: Vd. escurs.
21 ottobre 2020) però toccando solo la q. 2014 m (CTR), che sta 125 m (in linea d'aria) a SW della più alta q. 2017 m (quote da CTR Abruzzo, 2001, scala 1:5000). E' quest'ultima la cima che, provenendo da E, raggiungo per prima; ma poi mi intestardisco a percorrere "via mughi" il crinale in direzione dell'altra cima, e impiegherò più di 20 minuti di estenuante lotta...
Ripreso il sentiero normale, scendo oltre la quota trigonometrica (1896 m, cartello del Parco "Cima Macirenelle") fino a ca. 1830 m (a monte del punto dove la traccia principale segnata piega verso des./ Sud in direzione di
Macchia Rellata e
Colle Bandiera, cosa che avviene nei pressi della q. 1780 del
Morgione) dove un ometto ben inguacchiato di rosso indica l'inizio della traccia per "
Ravagliosi" e il fondo del Fosso la Valle. Stupendo sentierino, di cui lessi anni fa su una relazione di L. Spadaccini (CAI Lanciano), pagine/files da tempo rimossi dal sito assieme a quelle di altri itinerari poco noti/ frequentati. Percorso da rifare semmai abbinandolo a quello del versante opposto che passa per l'Arco naturale (cfr. qui:
19 dicembre 2018).
Una volta disceso (per
Ravagliosi, che le IGM posizionano erroneam. di fronte, più a N) in fondo alla Valle di Palombaro (
Mmersa grande, nei pressi del confine con Pennapiedimonte e del punto più occidentale del territorio di Palombaro) mi dirigo verso lo
Stretto e giù lungo tutto il resto del Fosso la Valle, all' "uscita" del quale (sulla sterrata forestale a
Pianetta lu vaveze provele) prendo subito il sentiero a des. facendo veloce digressione alla Grotta S. Angelo, benché vi fossi già stato anni fa: merita!
[Dati escursione in solitaria, anello da Piano Massaro a Cima Macirenelle per canale del Passo della Formica, rit. per Vallocchia Chiappino / Ravagliosi / Fosso la Valle: Tot. 15,3 Km, 1500 m disliv., 10 h]