La traccia sulle pareti nord di Cima delle Murelle |
CIMA DELLE MURELLE (2596 m) [1], praticamente nel centro geografico del massiccio della Maiella, fa capo al sottogruppo più interessante geologicamente e orograficamente [2], con una morfologia scolpita dal glacialismo e dal carsismo, e una varietà di ambienti davvero straordinaria! Gli scenari che si parano alla vista degli escursionisti richiamano certamente l'abusato paragone con le Dolomiti, ma in questo caso il confronto calza e si estende anche al sentiero-traccia oggetto di questa relazione! Quello che chiamano "Aeroplanissimo" è infatti, a mio parere, una delle tracce appenniniche più vicine ai famigerati "Viaz" dolomitici, per quota, ambiente e impegno. Molti di questi insidiosi tracciolini sono diventati vie ferrate, banalizzati per facilitarne la percorrenza a uso e consumo del moderno turismo escursionistico. Qui, per ora, non ci sono né ometti né –pare impossibile– i nauseabondi e ridondanti bolli rossi (spesso scarabocchiati da camminatori senza autorizzazione e senza criterio, a pochi metri l'uno dall'altro) [3].
Il Fontanino (Sella Acquaviva, 2090 m ca., a 1h 20 min circa dalla partenza dal Rif. Pomilio) segna il punto dove si abbandona la traccia che s'impenna sul Pratone al Focalone, deviando invece in lieve discesa a sin. (SE) sul "Sentiero delle Murelle" (G7, un tempo n. 5) che traversa il Cavone e, dopo un paio di facili (in estiva) passi con cavo, un po' esposti (il secondo noto come "Passaggio obbligato"), dà maestosamente accesso all'Anfiteatro basso delle Murelle. |
L'anello su Carta CAI CH (IGM 25v) e SAT |
"L'AEROPLANISSIMO" (e il Sentiero dell'Aeroplano) - Note di topografia, toponomastica, sentieristica e storia alpinistica.
«Quando nel luglio del 1979, mi avviavo zoppicando, per una recente frattura alla caviglia, verso il paretone, avevo paura. Volevo tracciare una nuova via su quella grande muraglia, incredibilmente ancora inviolata. La meta di questo itinerario, per la sua particolare dolomitica bellezza, ha meritato la copertina del libro». Giampiero Di Federico (nella prima vera guida escursionistica interamente dedicata alla Maiella, op. cit. qui in calce, 1994, p. 80), se non lo scopritore della "Parete Nord" (vedi sotto, nota 4) ma di certo colui che l'ha portata alla ribalta delle cronache alpinistiche, così introduceva la descrizione (per la verità piuttosto stringata e con traccia imprecisa nella relativa figura) dell'ardita escursione in discesa dal sentiero Blockhaus-Scrimacavallo-Fontanino in Valle Selvaromana, per raggiungere la base del "paretone" (assai più avventurosa, complessa e spettacolare è la risalita dal basso, v. qui sotto nota 3A).
La muraglia – penso sarebbe il caso di "riesumarne" l'oronimo-microtoponimo locale originario: il pastore Benedetto Di Bello di Pennapiedimonte la chiamava "Lu Ritoje de Vallevaune", "Il Taglio/paretone di Valle Bona" (cfr. nota 1) – è stata spesso paragonata alla Nord del Camicia sul Gran Sasso (forse un po' a torto in senso orografico-alpinistico, ma non certo per bellezza estetica e fascino dell'itinerario di avvicinamento dal basso)!
In questo contesto il passo citato sopra sarebbe un incipit più adatto per la risalita di Valle Selvaromana [3A] ma io credo che si confaccia anche a questo tracciolino, che traversa in altro sopra questa parete, offrendone scorci impressionanti, anche se mai "totali" come quelli che si hanno dal basso, nel fondo cupo di Vallevaune (o dall'aereo e solatio sentierino delle Solagne, di fronte sul versante sud delle Gobbe di Monte Cavallo o di Selvaromana).
Un giro fatto in completa solitudine: non abbiamo incontrato-incrociato anima viva (camosci esclusi) dal Fontanino di Sella Acquaviva fino al ritorno, quando dopo la discesa dalla Cima d. Murelle, siamo saliti al Biv. C. Fusco.
I menzionati sentieri d'accesso (G7-G9) vengono di solito chiusi tra metà luglio e settembre, periodo della riproduzione dei camosci (nuclei di questi ungulati, qui reintrodotti 30 anni fa da esemplari del PNALM, sono stati liberati sul Sirente).
Traversato il ghiaione lasciandosi alle spalle la paretina della (Grotta) Ripa Rossa, si passa in des. idrografica scavalcando un altro spigolo (stavolta erboso) che dà adito alla severa e spettacolare comba nord ("imbuto" o "paginone"), piano inclinato che si estende a metà quota tra la sovrastante cima e la sottostante Parete Nord delle Murelle, che precipita "Oltre il Sogno" [4] nella Valle Bona, remota, incassata e bellissima rampa verde alla destra (S) della Valle di Selvaromana.
Pare impossibile che non sia registrato il nome locale di questo magnifica "rampa pensile" che copre 200 m di dislivello! Sulla scarsa attenzione degli escursionisti e alpinisti del secolo scorso per i toponimi ci sarebbe molto da dire [5] ma qui mi limito a far notare la presenza di due grotte denominate Rutte de l'Urte de cupe e Rutte de l'Urte de pide (Grotta dell'Orto di sopra e - di sotto), registrate su alcuni libri [6]. Sembra che entrambe le grotte avessero davanti un qualcosa simile a un orticello, il che ne avrebbe influenzato la denominazione, ma mi resta un piccolo dubbio che invece "Orto" potesse essere il nome con cui veniva indicata, con una sorta di metafora geomorfica, l'intero piano inclinato/ comba glaciale...
Per restare in ambito toponimico, è bene precisare che (come non di rado capita) le carte IGM sono per la zona imprecise: "Grotta del Cavone" (di sopra e di sotto, e sorgente del -) stanno nel primo canale che scende da des. (S) nella Mucchia - alta V. Selvaromana, in corrispondenza delle q. 2067 e sopratt. 1962 m IGM, mentre sullo stesso sentierino che passa per quest'ultima quota, ma un po' più a E, presso q. 1916 IGM, è la Grotta Caprara [7].
La salita verso SE in direzione del "Passo della Capra" (o Pietra Spaccata; B. Di Tullio e M. Zulli, inf., pers. 2022), 2290 m ca., è nota come "Sentiero dell'Aeroplano" perché proprio sui pendii all'uscita del detto passo, si schiantò uno degli aeroplani caduti sulla Maiella e di cui ancora rimangono in loco alcuni resti (frammenti più leggeri superarono il crinale E precipitando fin giù in Val Forcone; v. foto F.R. 12/6/2022) [8].
Se invece si traversa il pendio, che conserva lingue di neve fino in estate, e si prosegue attorno all'isoipsa dei 2100 m, ecco che sulla cengia si dipana una logica ma esile traccia, un viaz, come dicevo sopra, quelli dove i cacciatori delle dolomiti inseguivano i camosci, come il Passo del Gatto sulla "Cengia di Ball" del M. Pelmo (invero anche qui, ma 250 m più sotto, un "Passo del Gatto" c'è, ma in piena via alpinistica sulla Parete nord; cf. nota 4)!
Questa insidiosa e a tratti vertiginosa traccia era un tempo percorsa da qualche pastore, perché fino ad alcuni anni fa c'erano segni di uno stazzo vicino allo sgrottamento ("Grotta dell'Aeroplanissimo"), come m'informa Cristiano Iurisci (16/7/2023): è proprio l'alpinista lancianese che, dal 2009, ha iniziato a ripercorrere questa cengia denominando il tracciolino "Aeroplanissimo", coniando il termine sulla base del nome in voga per il più alto e noto "Sentiero dell'Aeroplano" [9].
Sebbene non sia una via alpinistica e non abbia nulla di "tecnico", l'esposizione su questa traccia non è da sottovalutare, soprattutto nei punti in cui la cengia erbosa si restringe o nel punto, dopo lo sgrottamento, dove bisogna calarsi di ca. 15 m. Consigliata corda e/o semmai una piccozza per arrestare eventuali scivolate su erba (io e Francesca O. eravamo senza attrezzatura, anche perché solo una volta giunti sul posto abbiamo deciso di proseguire per questa "variante bassa" invece di salire per il più noto e semplice "Sentiero dell'Aeroplano"). Ovviamente a inizio primavera corde, piccozza e ramponi sono d'obbligo!
Dopo 25-30 min dall'inizio della variante, giunti a un'evidente forcella-canalino con innanzi un belvedere favoloso sulla parte alta della Parete Nord (si vede fino al cengione che sta a 2/3 di parete, ma la parte più alta della stessa è in des. idr., di Valle Bona, quindi sotto l'inizio della traccia) si risale il facile (e più sicuro, come esposizione) canalino, 12 m, II-, q. 2090 m ca., l'equivalente basso del Passo della Capra che invece segna l'uscita dall'Aeroplano.
All'uscita della forcella però, le difficoltà non cessano, anzi: più della metà del dislivello da colmare per raggiungere la traccia (Aeroplano) che traversa sui pendii nord-orientali, viene effettuato sul ciglio del pendio, che qui è ancora più insidioso ed esposto della cengia iniziale! Per fortuna aiutano i solidi rami dei mughi e, nel passo finale, una corda fissa che cala nel vuoto. Oltre questo tratto si recupera ancora del dislivello (e si potrebbe puntare direttamente in vetta, direz. SSW) fino alla labile traccia che viene dal Passo della Capra e che traversa (prima a ESE, poi a SSE), con bei panorami su Valle Inferno, verso la Carozza, da dove si risale la facile cresta E (inizialm. in direz. WNW, segni CAI).
Mi attardo scendendo fino alla maggiore depressione della Carozza (in cerca di vipere), poi dopo uno spuntino, risaliamo la cresta E (la prima volta la salii e scesi di notte con Massimo Mingarelli, 27/3/2015) fino in cima (tot. 6h e 1/2).
Dalla cima giù per la cresta NNW ma, una volta nell'Anfiteatro delle Murelle, invece di scendere sul sentiero dell'andata, propongo di salire i 200 m di disliv. che ci separano dal Bivacco Fusco (25 min. dal cartello nel fondovalle). Senza questa ulteriore salita il giro ad Anello dell' "Aeroplanissimo" - Cima delle Murelle dal Rif. Pomilio sarebbe sui 1200 m disliv. e 18,5 Km ca. [Tot. 19,5 Km, 1400 m disliv. 9 h 45 min].
Una grande giornata, cominciata con il lupo, proseguita con questa stupenda escursione e che finiremo divorando come lupi le abbondanti porzioni della "Collina del Cavaliere" (in c.da Canale di Caramanico T., alla periferia di S. Eufemia).
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NOTE:
[1] Semplificando possiamo descrivere la Cima delle Murelle come una piramide a 4 facce: quella più ampia è il versante esposto a S (+ 2 Km), verso la Valle del Forcone, che la separa dal M. Acquaviva. Le altre tre "facce" guardano a N e si stagliano in questo modo: tra il crinale N del Focalone, Q. 2545 m IGM e la Cima del Cavone/ Biv. Fusco (a W), la Cresta WSW delle Murelle (a S) e la Cresta NNW (a W), si apre il sotto-settore dell'Anfiteatro delle Murelle, che continua in basso (N) con una valle che precipita in sin. idr. della Parete N / Valle Bona. Tra il Crinale NNW (più in basso direzione N) e il crinale/spigolo NNE (q. 2106 e 1838 IGM) si apre la Comba Nord, "Paginone" o "Imbuto" (L'Urte, "L'Orto" ?) che cala sulla Parete Nord delle Murelle (* Lu Ritoje de Vallevaune, secondo il pastore Benedetto Di Bello, in R. Urbano, 2017) terminando in Valle Bona, alla destra del tratto alto di V. Selvaromana. L'ultima faccia / versante, è compresa tra il detto spigolo NNE e la Cresta E (che si proluinga nella Carozza o Sella dell'Inferno, che divide la Cima d Murelle dal Martellese): in alto è un pendio, più giù si fa canale ("Canale pensile"); più a E canali e pareti formano la sin. idrogr. dell'alta Valle dell'Inferno e il versante orientale, più in quota, dovrebbe chiamarsi "Murelle da piede/ pite" ("Murelle di sotto"), per A. Sciarretta, 1997.
Per qualche altra nota sul toponimo "Murelle" v. la relazione all'escursione del 12/6/2022 (link; salita a Cima delle Murelle per il sentiero basso della Val Forcone, Francesca O., Massimo M. e F.R.).
* Sulla voce di pertinenza oronimica rëtòje, ritaj ("alta parete, burrone, precipizio") v. gli altri top. pennesi: Retoje rasce, Retoj (de) Riccardo. Cfr. G. Ferrante, Tesi cit., 2015, 57 (link in nota 7; a Pennapiedimonte il s.m. lu R. indica alti precipizi, mentre lu paréite sta per "muro di 9-10m"). Dizionari dial.: E. Giammarco, DAM III, 1745; id., LGA, 1960, 104 (manca in LEA, 1986).
[2] ... Quindi anche alpinisticamente, malgrado la Maiella sia interessante soprattutto per l'alpinismo invernale e lo scialpinismo: C. Landi Vittorj, Appennino Centrale, GMI CAI-TCI, IIa ediz. 1989, 163-199; C. Iurisci, Ghiaccio d'Appennino, 2012, 348-377; C. Iurisci, Se lo sguardo esclude, 2015; C. Iurisci, Passi di V°, 2018, 284-301; C. Iurisci, F. De Angelis, R. Le Donne, Skialp tra Majella... vol. 2, 2021, 118-259; A. Tansella e L. Tonelli, Scialpinismo nel Parco Nazionale della Majella, 1997; A. Tansella e L. Tonelli, in: AAVV, Majella L'Altra neve, 2017.
[3] Su alcuni sentieri e tracce della Maiella la frequenza dei segni di vernice rossa è francamente ridicola e infestante, un vero pugno nell'occhio: chiaro esempio di come oggi molti "montanari" pensano che in Montagna sia utile e necessaria una segnaletica di tipo "urbano", oltre che a prova di miopi, novellini e deficienti... Spero che prima o poi capiranno che portare vagonate di gente ("fare numero") in ogni dove non giovi molto all'ambiente naturale!
[3A] La risalita di Valle Selvaromana da Pennapiedimonte ("Sentiero dei Carbonai" o "del Centenario della Maiella") era proprio l'escursione che avevo in mente di (ri)fare con Francesca (dopo quella del giugno 10/6/2017, una delle più belle in assoluto!), per visitare anche la Grotta dell'Inferno (o del Diavolo o del Portone o Tassanora) e risalire la Valle Bona fin sotto alla parete nord.... Salvo poi cambiare idea, anche su suggerimento di M. Zulli, perché troppo avanti con la stagione: a luglio avremo trovato un intrico di ortiche e fratte... Meglio a inizio giugno o fine settembre.
[4] Rinvio ai capitoli in C. Iurisci, op. cit. 2015, per la storia alpinistica estiva e invernale della "Parete Nord delle Murelle", iniziata alla fine degli anni '70 con il tentativo dei faresi G. Cipolla e G. Madonna (v. S. Ardito, ALP, luglio 2007), e con le esplorazioni e la mitica prima scalata (in solitaria) di G. Di Federico (estate 1979), poi diventuata, una ventina d'anni fa, un vero "chiodo fisso" (anche in chiave di prima salita invernale; v. nota 9) per C. Iurisci, certamente tra i maggiori conoscitori degli angoli più reconditi, tetri e affascinanti di questa montagna.
Non è del tutto fuori luogo accennare qui al fatto che né i pastori, né i naturalisti, né tantomeno gli alpinisti del XIX-XX sec sono stati i primi "esploratori"
della Maiella (come per le altre montagne). La grande messe di risorse disponibili soprattutto sopra i 1000 m (cacciaggione, selce, piante etc) ha spinto in quota l'uomo almeno dal paleolitico medio-sup. e certamente nel Neolitico, come dimostrano i ritrovamenti archeologici e le pitture rupestri rinvenute in grotte più o meno accessibili e note (Grotta Porca Arcangeli, Gr. del Peschio, Gr. Caprara etc.) poi riutilizzate dai pastori di Fara, Pennapiedimonte e deli altri paesi, ma anche in altre zone di difficile accesso! In fig. (a des.) una mia scheda in cui segnalai la scoperta di Nicola Carusi e Katy d'Errico (maggio 2020) di una cavità con evidenti immagini stilizzate in ocra, in uno sgrottamento sui precipiti versanti delle Gobbe di Selvaromana che guardano verso V. Inferno e le pareti nord delle Murelle (Carusi ha fatto da guida e un sopralluogo archeologico effettuato nell'autunno successivo, ma non so se sia stata pubblicata una nota/ articolo su questo sito).
Un probabile graffito rupestre (ma su grande masso, patina antica) di ungulato (?) è stato da me rinvenuto a quasi 2400 m in zona M. Pizzone - Cima di V. Chiarino (link, 25/9/2021).
[5] Cfr. V. Abbate, Appennino d'inverno, 1995, p. 210.
C. Landi Vittorj, autore della prima ediz. della Guida dei Monti d'Italia CAI-TCI "Appennino Centrale" (1955¹) era in genere assai preciso e talvolta citava toponimi "locali" ignorati dalle carte. Ma anche nella IIa edizione, 1989, curata dal figlio Rodolfo con G. Pietrollini, e uscita a 16 anni dalla scomparsa dell'autore principale, restano lacune ed errori nelle pagine dedicate alla Maiella (loc. cit.; in parte dovute all'interesse di C.L.V. che era soprattutto uno scialpinista, oltre al fatto che gli aggiornamenti di molte carte IGM 1:25000 uscirono solo nella seconda metà degli anni '50), come ad es. l'erronea collocaz. della Valle Inferno nella prima ediz. (vedi fig. qui in alto), o la collocazione del "Gran Pilastro" delle Murelle o "Piramide", confuso/a con la q. 2499 IGM (quest'ultima è a NE della cima, mentre in realtà la "piramide" delle vie alpinistiche è a SW, q. 2521 nella des. orogr. dell'Anfiteatro).
Considerando la consistenza della frequentazione pastorale sulla Maiella nel dopoguerra (200 pastori solo a Pennapiedimonte) e quindi le allora illimitate possibilità di avere informazioni dettagliate, bisogna dire che in ambito alpinistico-escursionistico si è fatto pochissimo per ottenere designazioni toponimiche e precise collocazioni dei tanti luoghi, non di rado ignorati o mal riportati nella cartografia ufficiale (IGM). Per fortuna dalla fine degli anni '90, con l'evidente declino della "pastorizia verticale" (monticazione), alcuni interessanti lavori di taglio antropologico-archeologico (E. Micati) e linguistico (A. Sciarretta) hanno contribuito a salvare parte del patrimonio toponimico magellense.
[6] Conferma dei 2 speleonimi mi fu data da Massimo Zulli e Barbara Di Tullio (com. pers. 2022, a commento di foto del Sentiero dell'Aeroplano di Claudio Lucarini, su FB); anche "Grotta dell'Orto di sopra" e "Grotta dell'Orto di sotto". Per L. Bello (2017, cfr. sotto in nota 8) il nome delle grotte deriverebbe dalla presenza di un piccolo orto di fronte a ciascuna delle due cavità.
[7] In ambo i fossi si conservano nevai fino a metà-tarda estate. Il Fosso sotto Grotta Caprara (che scende verso Valle dello Stretto in Valle di Selvaromana) è stato risalito da C. Iurisci e M. Zulli (v. C. Iurisci, op. cit. 2015, 135-144).
Le due grotte sono ben note, studiate e pubblicate in diverse opere di Edoardo Micati (sopratt. 2000), nella tesi di Giulia Ferrante sulle grotte pastorali di Pennapiedimonte (2015: link) e nei libri sui sentieri e luoghi montani del territorio di Pennapiedimonte e Palombaro pubblicati da L. Bello (2017, cf. nota success.) e da R. Urbano (2017). Su Pennapiedimonte e Palombaro v. anche: D. Di Medio, Parla Pennapiedimonte, 1988; V. Aquilante, Palombaro, 1997; V. Aquilante, Palombaro nel secolo XVIII secondo il catasto onciario del 1742-43, 2004 (Grazie Vincenzo Aquilante per questi due libri!); A. Sciarretta, Toponomastica della Maiella orientale, 1997, pp. 32-51.
[8] Si trattava di un B24 precipitato causa nebbia nel 1943 (Cf. L. Bello, "Le Pietre raccontano"..., 2017, pp. 57-57; grazie M. Zulli per questo libro!). Un B17 precipitò, altrove sulla Maiella, causa maltempo, il 2/11/1944 (link).
[9] "Aeroplanissimo" è perciò la "Variante bassa" del "Sentiero dell'Aeroplano" e il moderno superlativo assoluto dato al sostantivo intende ovviamente enfatizzarne il carattere più "panoramico" (ed esposto !). Difficile invece dire da quando sia entrato in uso il nome di "Sentiero dell'Aeroplano": i resti del velivolo, come detto, sono della IIa GM, ma probabilmente gli escursionisti hanno coniato la denominazione solo da fine anni '90 - inizio 2000, se non dopo (?).
Verso l'inizio (a W) dell'Aeroplanissimo è l'uscita della via alpinistica "Oltre il Sogno" (C. Iurisci, L. Luciani, N. Carafa, 2-3/9/2006; cf. C. Iurisci, in: ALP, n. 244, pp. 116-117; Id., op. cit. 2015, pp. 51 seg.), vicina a quella di G. Di Federico (L'Appennino, 1979, n. 6. p. 153-154; C. Landi Vittorj, op. cit. 1989, pp. 195-196; S. Ardito, L'Eiger della Majella, in: Alp, luglio 2007); è stata anche la prima salita invernale sulla Parete Nord delle Murelle (C. Iurisci e G. Basile, 15-17/1/2011, 650 m, 16 L, IV, V, passo di VI+, ED); in estiva il volo durante un tentativo costò una caviglia a Cristiano (fine agosto 2005), mentre in invernale fu tentata con L. Maspes "Rampichino" e poi in solitaria da D. Nardi (dic. 2013; D. Nardi effettuò poi una ripetizione con E. D'Amico); a oggi credo che non conti più di 9-10 ripetizioni in tutto.
L'ultima via aperta sulla " Parete Nord", è quella del "Gran diedro" (D. Nardi, C. Iurisci e L. Mussapi, 26-27/2/2017, 700 m, max 80° / M4, ED/ED+) in des., idr. di Valle Bona, attacco poche decine di metri a sin./NE di O.I.S.
Degne di nota, in zona, oltre alla risalita del Fosso di Grotta Caprara (v. nota 7) anche alcune discese sulle cenge
della Parete Nord delle Murelle, effettuate con delicati passaggi in discesa-traverso e calate in doppia dall'Aeroplanissimo, da P. Grappasonno e N. Carusi (foto FB, 2021, 2022) e il ritrovamento di un'arditissima via pastorale che risale alle Murelle da NNE direttamente da Selvaromana per lo spigolo-pendio tra la Valle Bona e Valle Inferno, percorsa da M. Zulli e M. Canepuccia (sett. 2018).
BIBLIOGRAFIA: Evito di appesantire ulteriormente questa pagina con un elenco di "bibliografia essenziale" che ho già compilato altrove (link). Oltre a testi e articoli citati nella relazione (alcuni dei quali non prensenti nella bibliografia del link perché usciti successivamente al 2015), segnalo le due bibliografie generali sulla Majella uscite negli anni '90 (P. Franco e P. Ottino, Maiella e aree circostanti. Primo contributo per una Bibliografia generale, 1992 e F. Mancino, Bibliografia relativa agli aspetti storico-culturali del territorio del Parco Nazionale della Majella, 1997). Un'ampia bibliografia è presente anche in una delle migliori guide escursionistiche sulla Maiella: A. Alesi e M. Calibani, Majella. Parco Nazionale. Le più belle escursioni, 2011²; sempre utili la riedizione della "Guida dei Monti d'Italia" Appennino Centrale (cit. supra), la prima guida interamente dedicata alla Maiella: G. Di Federico, Parco Nazionale della Maiella. Itinerari scelti, 1994 e le riedizioni delle prime guide escursionistiche contenenti un'ampia selezione di itinerari escursionistici in Maiella (e Morrone): S. Ardito, A piedi in Abruzzo, vol. 2, 2006, 151-222 (ediz. 1987¹ e 1990², lp. 201-252). Di recente S. Ardito ha pubblicato, per l'editore Idea Montagna, Escursioni nel Parco Nazionale della Maiella, 2022 (320 pag.), volume al quale, lo dico non senza una "cima" di orgoglio, abbiamo fornito l'immagine di copertina.
Il "Sentiero Italia CAI"
(S.I.), nel suo segmento pricipale abruzzese, dall'area della Linea Gustav sugli Altopiani Maggiori, sale a percorrere il crinale del M. Porrara (tappa P04, Rivisondoli - Campo di Giove), e nelle successive tappe passa per Pacentro e Roccacaramanico, per attraversare il Morrone (Jaccio della Madonna e Jaccio Grande) in direzione di Popoli: queste escursioni, con bei panorami sul versante occ. della Majella, sono descritte da F. Cappellari in: M. Zarelli, F. Cappellari e C. Gentile, Sentiero Italia CAI, vol. 5 (Isernia - Bocca Trabaria), 2021, pp. 80-104. Infine come lavori generali sui vari aspetti storici, antropico-culturali e naturalistici sulla Maiella, consiglio: AAVV (dir. ed. M. D'Amico), Il Parco Nazionale della Majella. Guida ai 38 Paesi del Parco, 1997; AAVV (a cura di E. Burri e M. Latini), Parco Nazionale della Majella. La montagna dei lupi, degli orsi e dei santi eremiti, 2003; AAVV (a cura di A. Campanelli), La montagna di Celestino. Maiella Madre, 2010.
[FRANCESCO RAFFAELE, 15-16 luglio 2023]
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Un giovane lupo ci dà il benvenuto in quota |
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La Grotta dei Faggi (a sin.) a Macchia de Te'
e Grotta alta del Portone, sopra Valle Inferno |
"Aeroplanissimo" |
Pizzocco |
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Panoramica dai pressi della Madonna delle Nevi (Nord Blockhaus) |
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Scrimacavallo. Sullo sfondo da sin. M. Acquaviva, Focalone, Primo Portone, Cima Pomilio/Mamoccio, Secondo Portone, M. Rotondo, (Terzo Portone), M. Pescofalcone
Panorama verso le Gobbe di Selvaromana (o di Montecavallo) con, in fondo al centro, il Blockhaus e la Majelletta, da dove siamo partiti
Francesca x 3... visto che non abbiamo incontrato nessuno fino al ritorno su al Bivacco Fusco !
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Inizio variante "Aeroplanissimo" |
Camosci ci indicano la via, anzi il "viaz" |
Grotta dell'Aeroplanissimo |
calarsi con cautela |
Tratto un po' esposto, in discesa |
Passaggi non tecnici, ma delicati
Magnifico balcone sulla parte alta della Parete nord delle Murelle, con in basso il suo cengione intermedio (siamo sotto il canalino di uscita dal primo tratto dell'"Aeroplanissimo")
à
Ultimo delicato passaggio del non divertente tratto in salita raso-mugo lungo il ciglio del dirupo (qui c'è una corsa fissa).
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Q. 2239: sotto inizia il "Canale pensile"
sul versante NE di Cima delle Murelle
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La Grotta del Martellese |
Ancora lupo |
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Pareti NE di M. Acquaviva. Al centro il "Canale del Nevaio", in basso la Valle del Forcone
Monte Acquaviva (Canale Claudia e Canale del Nevaio) e Val Forcone
Martellese-Forcone Valle del Forcone |
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Verso Cima delle Murelle |
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Bivacco C. Fusco da Cima delle Murelle |
Discesa per la traccia di sentiero sulla cresta (N)NW di Cima delle Murelle
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A sin. e in alto: camosci al fresco |
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Lo spettacolo "dolomitico" dell'Anfiteatro delle Murelle (testata e versante occid.)
Nell'Anfiteatro delle Murelle (Piano dei Cuoppi)
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Salita dall'Anfiteatro delle Murelle al Biv. Fusco |
Bivacco Fusco (Cima del Cavone) 2455 m, sopra l'Anfiteatro delle Murelle. Sullo sfondo Cima delle Murelle e M. Acquaviva
[Mouse sulla foto per vedere il tracciato di buona parte dell'itinerario]
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La cengia-traccia dell' Aeroplanissimo (in alto a des.) |
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Gran Sasso |
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Parte della cena a "La Collina del Cavaliere" (Caramanico) |
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