Traversata della Majella, Trekking dalla Majelletta, Focalone, i Tre Portoni, Monte Amaro (Bivacco Pelino). Discesa a Fara San Martino per Valle Cannella, Macchia Lunga, Valle Santo Spirito

Finalmente, dopo anni di rinvii, eccoci in 4 Lerka Minerka (Roberto P., Roberto, Roberta A. e io) a percorrere la classica (semi-) traversata della Majella partendo da Nord (Majelletta) per il Monte Amaro con bivacco notturno al Pelino e discesa nell'immensa Valle di Fara S. Martino. Partiamo dal Pomilio nel caldo pomeriggio, i panorami si fanno subito immensi e interessanti (nonostante la luce e i colori estivi non siano belli come quelli di altre stagioni). Il Blockhaus lo passo sul sentierino occidentale (la cima e i resti del fortino li lascio alla prossima volta), ma una pausa per fotografare le iscrizioni pastorali alla "Tavola dei Briganti" è d'obbligo (questi ultimi decenni di calpestio e di piogge acide le stannno velocemente cancellando!); proseguiamo per il fontanino, quindi il Pratone con il meraviglioso scenario delle alte combe delle Murelle dal Bivacco Fusco, cima del Focalone e attraversamento delle maestose selle dei Tre Portoni, spartiacque di valli immense e bellissime. Sull'altopiano terminale dimentico il pozzo di Monte Amaro e vado dritto ad affacciarmi sul Ravone della Vespa e infine, ormai al tramonto, giungiamo in cima al Mt. Amaro. Lunghetta ma non faticosissima (+1000m disliv.) scarpinata per poi gustarci tramonto, crepuscolo e, all'indomani, l'alba dalla vetta. Il bivacco Pelino in questo periodo è affollato e dorimamo a terra (continua ad arrivare gente anche di notte), non ventosa né fredda la notte. Poi di buon mattino una tranquilla discesa al Manzini e nell'infinita Valle che conduce a Fara (Valle Cannella, Macchia Lunga, Santo Spirito). I Diavoli mi tentano, ma anche la loro Grotta la lascio ad una futura camminata e mi accontento di zoommarla con l'obiettivo della fotocamera... Inizia il bosco. Dopo la pausa pranzo (Vatarelle) passiamo sopra l'impressionante sfasciume di tronchi divelti da una valanga di questa primavera. Giunti infine alle ultime "sale", al monastero da pochi anni liberato dai detriti che lo avevano sommerso, eccoci alla stretta e quindi al parcheggio, dove il giorno prima abbiamo lasciato la mia auto; ci aspettano un altro paio di ore di viaggio per andare e tornare alla Majellette via Passo Lanciano per recuperare l'auto lasciata alla partenza al Rifugio Pomilio (in ristrutturazione). Grande Majella, un "must" del trekking appenninico da fare e rifare in ambo le direzioni, per prendere confidenza con l'articolata rete di sentieri, le grotte-riparo, le emergenze naturalistiche, storiche e antropologiche, le fonti e le infinite possibilità di salite più inusuali che questa enorme e affascinante montagna offre. Nonostante la distanza da Napoli e la grande attrattiva che per me ha il PNALM, in futuro dedicherò sempre più escursioni a questa montagna che ha così tanti punti d'interesse ma che, contrariamente ad altri luoghi, richiede un buon passo e allenamento per poter raggiungere le cime principali e per riuscire a realizzare itinerari esplorativi. Quest'anno mi sono già concesso 2 Amari e un'Acquaviva, e sono state tra le "bevute" più rinfrescanti e memorabili che abbia mai fatto!