PNALM: VAL FONDILLO, Q. 2007 SERRA MATARAZZO, MT. SAN NICOLA, COLLE CONSOLITO, MT. DUBBIO
Mulino di Opi - S. Rocco - Valle Fondillo (traccia sulla destra idrogr.) - Sorgente Triareccia / Tornareccia - Creta Rossa - Pietra di Verticchio - Acqua Sfranatara -
Blockhaus del Fondillo (Barraccone i je brejande, q.1317m) - Trengerone - Colle dell'Osso (Colle i ddosse, q.1522m) - Canale pr. q.1960 di Serra delle Gravare
- Q. 2007m di Serra Matarazzo - Valico Inguagnera - Mt. San Nicola (1900m) - Colle Consolìto (q.1795m) - Monte la Croce - Monte Dubbio (Medubbje, q.1702)
- Vallone Scuro / Valle Felceto (destra idrografica /dosso sud) - Fondillo Urbano - Le Macchie - Vecchia Segheria di Val Fondillo - Ponte Fondillo - Mulino di Opi.

(4 Luglio 2017)




Vipera aspis francisciredi (esemplare melanico).
Il BLOCKHAUS DEL FONDILLO, localmente conosciuto anche come "Baraccone dei Briganti" (dial. "i Bbarraccone i je Brejande"), fu costruito verso il 1867 a N di Colle dell'Orso / Osso / Dosso ("Colle i Ddosse"), q.1317 IGM. Il brigantaggio è sempre esistito nella Marsica, ma nell'Alta Valle del Sangro raggiunse livelli di diffusione allarmanti nel periodo Napoleonico (primi dell'800) e soprattutto dopo l'Unità d'Italia.
Nell'Alto Sangro fu particolarmente cruento nel 1866, quando vennero distaccati a Pescasseroli, Opi, Barrea e dintorni vari reparti di Fanteria e Bersaglieri, oltre alla Guardia Nazionale (creata nel 1848). Furono costruiti diversi fortini "Blockhaus", il più noto dei quali (1866) dà nome a una cima della Majella (q.2142m, a Sud della Majelletta).
Nella Abruzzo meridionale - Alto Sangro il più noto è il "Blockhaus della Méta" (loc. Biscurri, sotto al Mt. Miele, probab. del 1867) ma ne esistevano anche al Ferroio di Scanno (località nota per varie vicende del brigantaggio), ai Tre Confini (Pescasseroli), a Colle Montagnano (Gioia), Telegrafo e Macerola (?) (Celano), Coppo dell'Orso (Magliano o Pescasseroli ?) e in Val Fondillo (Opi). Quest'ultimo è oggi circondato dalla fitta faggeta, ma ai tempi dell'edificazione (c. 1867) la copertura arborea era inferiore, per i tagli borbonici, quindi da quella posizione si era in grado di controllare entrambe le vie che salgono, verso Sud, ai Valichi: A) ad Ovest la mulattiera (sentiero PNALM F5) passa presso l'abbeveratoio dell'Acqua Sfranatara e più a monte si biforca: a Ov (strada vicinale S. Donato sui Catasti di Opi, sent. F6) sale al Valico Inguagnera o di S. Nicola, per scendere a S. Donato Val Comino; a Sud (Str. vicinale per Settefrati, sent. F5) svalica al V.co delle Gravare e procede verso Settefrati (o per S. Donato Valle Comino). B) Passaggio dell'Orso, verso SE, valico per l'alta Valle del Melfa (Valle Canneto) in direz. di Picinisco (e Settefrati). (G. Grossi, Il Territorio del Parco..., 1988).
A quei tempi anche la frequentata via di Forca d'Acero (Opi - S. Donato) era battuta dai briganti, così come i due passaggi del Sangro tra Opi e Villetta Barrea: lo storico passo di "Pietra Amara" (sotto M. Forcone) e la "Crugnaleta" (sotto M. Mattone), oggi attraversati dalla Strada SS 83 Marsicana, ma un tempo pericolosi sia per le imboscate dei briganti che per l'esposizione a picco sul fiume (sono noti vari casi di annegamento fino all'800, riportati nei testi di Uberto d'Andrea su Villetta Barrea).
Negli anni '20 Erminio Sipari progettava di riattare il Blockhaus del Fondillo per trasformarlo in uno dei Rifugi del neonato PNA (la sua cartina del 1925 presenta un erroneo posizionamento; è visibile anche in un quadretto nel centro di accoglienza del Parco/Bar, all'inizio del sentiero F2 della Val Fondillo).
La struttura riportata sulle carte a q. 1317m, è larga c.20m (E-W) x c.7 (N-S) e il muro perimetrale è conservato al max per poco più di 2m d'altezza. La costruzione aveva vari finestroni e 2 accessi (sul lato W ed E). E' Raggiungibile in c. 15 min. salendo direttam. il pendio a E della Fontana Acqua Sfranatara, e procedendo poi dritti a Sud il boscoso crinale NNW di Colle dell'Osso. Più a sud esiste anche un profondo fossato (trincea, Trengerone), probabilmente non del tutto naturale.
Purtroppo il territorio del PNALM, a fronte di numerose ricerche naturalistiche, è ancora molto indietro per quanto riguarda analisi e scavi archeologici.
[Notizie reperite nei volumi sui paesi dell'Alto Sangro di U. D'Andrea, G. Tarquinio, A. Di Marino (non ho consultato pubblicazioni sul Brigantaggio locale); per la dizione dialettale del "Baraccone dei Briganti" e del "Trincerone" cf. Davide Boccia, La Toponomastica del Territorio di Opi, 2016].
F. Raffaele 2017.







Valle Inguagnera




A des. Mt. San Marcello e in fondo Colle Nero



Q. 2007 di Serra Matarazzo (spesso identificata dagli escursionisti con un recente -e a mio avviso inutile- toponimo che si legge su una lastra dell'ometto di vetta).
Bisognerebbe cercare i veri nomi di cime e valli non nominate sulle carte, ma che un nome di certo ce l'avevano, anche se ormai i pastori a cui chiedere sono sempre di meno, ed è più facile inventarsi nomi nuovi (ma del tutto spuri)!



Sulla Q. 2007, la più alta della zona.
Già toccata in un giro del 17/10/2016



Il Monte Amaro di Opi. Sullo sfondo, Serra Rocca Chiarano a des. e ancora più lontano la Majella





Cima Monte S. Nicola (1900m). Dietro, in basso, le mète successive del mio giro





Colle Consolìto (1795m)




Valle Fredda

Mt. La Croce (non ricordo in quale libro di storia locale ho letto il nome dell'anticima Sud, q.1687m, del Mt. Dubbio)

Monte Dubbio (1702m), cima quasi interamente boscosa

Marsicano

Monte Amaro di Opi

Discesa spalla Sud (des. idr.) Vallone Scuro / Valle Felceto

"MI SORGE UN DUBBIO" — NOTARELLA SULLE POSSIBILI ORIGINI DELL' ORONIMO "MONTE DUBBIO"
(F.R., aggiunto il 14/7/2020)

"Monte Dubbio" è la strana denominazione – già sulle carte borboniche (Rizzi Zannoni, 1808), austriache e poi sulle ROT (1862-76, 1:50.000) e IGM (dal 1884, 1:100.000) – del rilievo in Alta Valle del Sangro (Monti del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise) che separa la Valle Fredda dal tratto medio-basso della Val Fondillo, in territorio di Opi. La cima (1702m) è boscosa, ricoperta da faggi, pianta di cui il monte conserva alcuni bei lembi di foresta con esemplari di anche più di 2 secoli (inf. pers. E. Rovelli).
E' possibile che in epoca protostorica sul M. Dubbio sorgesse un ocre (centro fortificato) dei Marsi (A. Di Marino, 2002) per il controllo dell'importante arteria di comunicazione con il versante volsco (oggi laziale) che passa per Valle Fredda e il valico di Forca d'Acero (Monte Aceru) e di quella tra la V. Fondillo e V. Canneto che svalica al Passaggio dell'Orso (cf. G. Grossi, Il Territorio del Parco Nazionale d'Abruzzo, 1988, per la viabilità antica nel territorio del PNALM), ma non è mai stato fatto un saggio archeologico né tantomeno degli scavi come nel sottostante (a N) noto cimitero marso-sannita di loc. Fondillo Urbano (presso la vecchia segheria oggi Museo).
L'oronimo Monte Dubbio pone un interessante e forse non del tutto chiarito problema interpretativo.
La dizione dialettale originaria della località è Medubbio / Medubbie (cf. infra), riportata già nel Catasto onciario (ASNA 3064-66, a. 1753, da verific.) e in quello murattiano, poi corrotta in "Monte Dubbio" dai cartografi. Inizialmente terreno demaniale dell'università di Opi, fu poi allocato a privati nel decennio francese ed è oggi demanio libero (particella 57, Monte Dubbio; cf. A. Figliolini, Comune di Opi (AQ) - Verifica demaniale dell'intero territorio comunale, 2009).
In L. Chiappinelli (Lessico idronomastico dell'Abruzzo e del Molise, 2002, p. 41) leggiamo: «Sorgente di Monte Dubbio: Etim. piuttosto che lat. dubius, semanticamente escluso, sarà da scorgere forse una alterazione di opulus, "loppio" REW 6078. Sarebbe anche da verificare sul terreno la possibilità che vi siano tracce di debbio. E' anche un cognome». G.B. Pellegrini (Toponomastica italiana, 1990, p. 345) dà varie derivazioni del lat. opulus (acero campestre), come "Montoppio" (cf. anche A. Manzi, Flora popolare d'Abruzzo, 2001, e il secondo di questi LINK: Scheda su Acta Plantarum - Portale Flora Italiana: Acer campestre L.).
E. Giammarco (TAM 1990, p. 150) fa derivare il nome di questo monte dal l. "dubiosus" ("di incerta o difficile ascesa"), cosa del tutto inammissibile per questo rilievo e cima di facile accessibilità (soprattutto da ovest) per montanari e boscaioli.
D. Boccia (La Toponomastica del Comune di Opi, 2016, p. 97; id., La Toponomastica dell'alta Val di Sangro, 2017, p. 79) riassume la questione registrando la forma orale ancora in uso tra gli anziani, Mëdùbbië, che pare avvalorare la derivazione dal nome dialettale dell'acero campestre, pur non spiegando l'origine della prostetica -.
Faccio infine notare che la voce del "Lexikon" di Meyer-Lübke (REW 6078, v. fig. qui a lato) potrebbe essere erronea nella derivazione dal napoletano: i dizionari dialettali napoletani (antichi e recenti) che ho consultato, collegano "adduobbeje" (adduóbbëjë) con l'oppio inteso come sostanza stupefacente derivata da Papaver somniferum, non a (l)oppio / opulus / acero! L'esito dubbio < *duobbio (?) <luoppio < opulus resta comunque linguisticamente plausibile, così come la derivazione da un cognome di antico proprietario e forse anche da "(ad-)debbio" (pratica agricola che prevede l'incendio ai fini di fertilizzazione dei terreni; cf. A. Prati, Voc. Etim. Ital, 1951, p. 355).


Il Monte Dubbio nella Cartografia storica ufficiale






Barrea


Il giro (in senso orario)

Fotografie e testo di Francesco Raffaele
[Foto EOS 6D + CANON 24-105L is]

H O M E