Il Marsicano è un'importante montagna dell'Appennino abruzzese che prende nome dai Marsi (antico popolo sabellico/sabino che si stanziò in queste terre - tra la Piana del Fucino e l'Alto Sangro- all'inizio del I Millennio AC.) o, più indirettamente, dalla regione storica a cui lo stesso popolo aveva dato nome, la Marsica. Curiosamente questo monte non è situato nel cuore del territorio marsicano, bensì al suo confine sud-orientale [1]. Dal punto di vista geologico, la dorsale è forse una prosecuzione della catena dei monti della Meta (Meta - Petroso - Camosciara) e il gruppo ospita interessanti circhi glaciali, soprattutto sui versanti N ed E (Valle di Corte, Valle Orsara, Valle di Grotta) [2].
La valle dell'alto Sangro in territorio di Pescasseroli e Opi è da sempre zona di confine (di etnie italiche poi di diocesi, contee e regioni) e in età angioina costituiva l'estremo sud-ovest dell'Abruzzo Citeriore, confine che rimase anche in periodo borbonico (cf. le carte seicentesche e succ., Magini; a sud, l'attuale ciociaria sorana era allora in Terra di Lavoro). Il suddetto confine si allungava sulla dorsale di monti che dal Marsicano passa sulla Terratta / Montagna Grande, quindi sul Monte Argatone o Agatone (nome antico più diffuso di quello del Marsicano, Argatone in passato designava talvolta anche l'intera dorsale "Catena Argatonis"; cf. la descrizione dell'escursione del 27/8/2016) a Nord del quale, meno alta e pronunciata, terminava a Forca Caruso (Carosa, Mons Imeus, oltre cui s'estendeva la regione Subequana). Come tutte le valli di fiumi importanti, la valle dell'alto Sangro era un'importante via di comunicazione e tratturo.
Il monte Marsicano quindi, svetta sul confine (pre-romano) fra le terre Sannite a E (Alfedena), Volsche a S e SW (oltre il Passaggio dell'Orso, la Serra del Re o Serra S. Cristoforo e Valico Mt. Tranquillo), Marse a NW (gli antichi centri di Plestina, Fresilia e Milonia, questi ultimi due un tempo erroneamente localizzati tra Opi e Civitella A.) e Peligne a N e NE (il cui confine SW passava per Mt. Chiarano - Montagna Grande/ Argatone - Forca Caruso: a W dei primi due era territorio dei Marsi, mentre a N di Forca Caruso c'erano i Peligni Superequani) (cf. opere in nota 1, ed E. Abbate, Guida dell'Abruzzo, 1903, 255 seg.).
Ai piedi (versante sud-occidentale per la precisione) della montagna si trovava un antico "casale" di Opi (loc. i Casali che il Romanelli identificava con l'antica Milonia) e la chiesetta (diruta) di S. Elia (cartello indicativo sulla statale). Tracce di rifugetti e costruzioni pastorali in pietre a secco (usati fino agli anni '50-'60 per ricovero di animali e stivaggio di messi o attrezzi agricoli) si rinvengono in loc. Pesco Grosso; più in quota i pastori frequentavano Pianezza e gli stazzi superiori, i più importanti dei quali lo Stazzo del Forcone e lo Stazzo della Madonna [3].
Le falde meridionali della montagna, già frequentate in epoca pre-romana, conservano nella toponomastica interessanti tracce (culto di Giove e Vertumno) oltre a testimonianze materiali, reperti archeologici come l'iscrizione di Pietramara (rovinata da vandali nell'800) riferibile a Cerere ("Sacerdos Cerealis") [4].
Per quanto riguarda l'oronimo, non ho notizie di riscontri medievali di un *Mons Marsicanus [5] e sulle carte antiche (Mercatore, Magini e derivati, da inizio '600 in poi) viene più spesso riportato il nome dell'Argatone e, più a S, la Serra Longa (poi Monte Lungo, probabilmente l'attuale Serra del Campitello).
In una pergamena del 1740 (ricopiata all'inizio del secolo successivo), documento che ratifica il confine territoriale fra Pescasseroli e Opi, viene nominato il Monte Marsicano, il Monte Corte, Monte Cappello (Serra Cappella) e Monte Curto [6].
Sulla carta dell'Abruzzo di G.M. Cassini (1790) il Marsicano è riportato (a S di M. Agatone e del vicino M. Longo) come "M. Marso" (la stessa forma era già nella carta di Rizzi Zannoni, "Sicilia Prima o sia Regno di Napoli", 1769).
Il toponimo "M. Marsicano" compare sull'Atlante del Regno... di G.A. Rizzi Zannoni (1808), ma è poi assente nella carta del Marzolla (Abruzzo Ulteriore 2, 1853, 1:280000, dove, nell'intera catena, sono nominati solo Monte Lungo, Monte Cappella e Monte Forcone). Dalle IGM di fine '800 e sulle prime carte del TCI in scala adeguata, il Monte Marsicano comparirà invariabilmente.
La dorsale Montagna Grande - Monte Marsicano si estende da NNW a SSE, da Forca Caruso passando per Rosa Pinnola / Mt. Argatone (2149 o 2151m, tra Bisegna e Villalago-Scanno), Terratta (2208m, già Terrata), Serra della Terratta (2163m; qui il Valico del Carapale, 2064m, era un importante passo estivo E-W, sull'antica mulattiera Campomizzo/Pescasseroli - Scanno), Serra del Campitello (2026m, già Serra Longa o Monte Lungo), Monte della Corte (2182m), Marsicano.
Veniamo ora più da vicino alla conformazione del sottogruppo del Monte Marsicano, che comprende le cime più alte: la cima "principale" (escursionistica e già trigonometrica) è quella occidentale, q. 2245, affacciata su quasi tutto il territorio di Opi. C. 400m a SW si stacca il panoramico Mt. Calanga (Picche i Calanca, q. 2168, con libro di vetta per gli escursionisti sistemato presso la croce metallica; questa croce è stata posta nell'estate 2007 dopo che era caduta quella in legno lì sistemata negli anni '50) [7]. Sotto il versante SW del Calanga si trovano delle paretine e si aprono diversi canali rocciosi (loc. Le Scalelle) e il vallone con la Grotta Remitoria (più in basso l'omonima fonte) [8].
Circa 900m a E della cima occidentale il crinale si alza formando una gobba con due elevazioni centrali, le più alte del gruppo: sulle IGM 1:25000 quella N è quotata 2252m e quella a poche decine di metri a S è 2253m (NB: sulle CTR num. regionali del 2005, la più alta delle due risulta invece essere la N: 2257,0m contro i 2254,7m della cima S. Personalmente -nell'osservazione da altre montagne- credo che sia leggerm. più alta la meridionale, q. 2253 IGM) [9].
A NE della q. 2252 IGM una dorsalina minore scende per poi rialzarsi formando la cima del M. Ninna (2220m) che declina a ESE sul Coppo del Ferroio. Poche centinaia di m. a ESE della q. 2253, un'altra cresta dà vita alla cima del Mt. Forcone (2228m IGM, 2229 CTR). Da questa cima una cresta minore scende a E verso la Valle Ciavolara separando la bella Valle di Grotta (che è chiusa a N dalla cresta del M. Ninna) da un'altra valle glaciale senza nome più a S, anch'essa confluente in V. Ciavolara. Il Mt. Forcone ha uno spigolo SSE piuttosto marcato e dà nome anche alla Valle principale del versante S del Marsicano, la Valle Forcone, che scende verso il Sangro a Ponte Forcone, presso Fonte di Giove, sulla Strada Marsicana (poco più di 1 Km a E c'era il temuto passo di Pietramara, mentre a W è il Mulino Vecchio di Opi, oggi camping-ristorante).
Per 1 Km a NNW della q. 2245 si allunga una cresta che giunge sull'anticima N, q. 2217m (oggi nota anche come Cima Colle Angelo, dal nome della sella 500m più a NW); su questa elevazione la dorsale si biforca: a NE cala verso la Sella Orsara (c.2090m) poco oltre la quale si eleva il Mt. della Corte (2182m). Il filo di cresta che va dalla Sella Orsara, passando per le cime del Marsicano fino al Monte Ninna, racchiude a W l'ampia testata della Valle Orsara, che degrada a E verso la parte alta del Coppo di Ferroio.
A N della Q. 2217 si stende la testata della Valle di Corte; a NW il crinale scende da Cima Colle Angelo alla selletta di Colle Angelo (1980m c.)
per poi risalire sulla tozza cima di q. 2056, localm. nota come Monte Curto (cf. nota 6) e infine sulla Serra Cappella (q. 2038, 2042m IGM, già Mt. Cappella o Cappello). Il versante W digrada attraverso il Bosco dello Schiappito (a N), Filatoppa, Vallone di Monte Curto e, più a S, i Balzi (le Vavzara, sotto q.2217) sul Fosso Vandra (o Vantra).
Il Marsicano venne incluso nell'area del PNALM solo con l'ampliamento del 1977. Era stato appena salvato da un tentativo di speculazione che vi prevedeva l'installazione di impianti da sci! Nonostante la vasta area, il (sotto-)gruppo montuoso è attraversato da relativamente pochi sentieri escursionistici [10], al fine di proteggere le popolazioni di mammiferi (i numerosi cervi, qui reintrodotti negli anni '70, e qualche isolato esemplare di orso marsicano) che frequentano i suoi ampi crinali e le tranquille vallate boscose.
Francesco Raffaele, 6-9/9/2016 |
NOTE:
[1] Tra le opere sulla storia e la corografia della Marsica: M. Febonio (Historiae Marsorum, 1678), P.A. Corsignani (Reggia Marsicana, 1738), D. Romanelli (Antica Topografia... III, 1819, p. 167-240), A. Di Pietro (Agglomerazioni... 1869; Sulle principali antichità...1869); T. Brogi, La Marsica antica... (1900); R. Almagià (La Marsica... in: Boll. SGI, 1910). Più recentem. G. Grossi (Topografia antica della Marsica, 1991) e L. Piccioni (La Marsica Vicereale, 1999; il I° capitolo, riassume i caratteri paesaggistici e culturali del territorio - che fu anche contea e diocesi- della Marsica).
NB: Una Valle o Vallata Marsicana designava (XI sec.) il bacino del Lago Fùcino, quindi il cuore delle terre dei Marsi.
[2] Per aspetti geologici e idrogeologici, cf. R. Colacicchi, Geologia della Marsica orientale (Geol. Rom. VI, 1967, p. 189-316); C. Boni e M. Ruisi, Carta Idrogeologica della Marsica Orientale (M. Marsicano - M.gna Grande). Note Illustrative, 2005.
[3] Lo Jacce i Fercone è stato ristrutturato a mo' di rifugetto dall'Ente Parco negli anni '50, così come lo Stazzo del Marsicano (che sta invece sul versante W a monte di Fonte Ciarlante, sul sentiero E6); entrambi i piccoli rifugi sono chiusi.
[4] Per la storia di Opi e del territorio circostante, cf. A. Di Marino, Storia di Opi, 2002; id., Notizie, epigrafi ed emergenze..., 2013; L.V. Cimini, Genesi, Vita e Storia delle Terre dell'Orso..., 2010; G. Tarquinio, Pescasseroli..., 1988; U. D'Andrea, Memorie di... Villetta Barrea, v. I-II, 1958, 1959. Cf. anche L. Quilici, Il Monte Marsicano e l'Alta Valle del Sangro nell'Antichità, in: Bollettino della Unione Storia ed Arte, 1977).
[5] Bisognerebbe però verificare in modo più approfondito sulle cronache ecclesiastiche, spec. quelle afferenti all'antico monastero villettese di S. Angelo in Barreggio. Certo è che i riferimenti al Chronicon Volturnense in E. Giammarco (TAM, 1990, p. 234, s.v. "Monte Marsicano") per il "Monte Marsico" sono tutti da ascrivere al Mt. Massico (presso Falciano e Mondragone); sul CV "Marsicanus" ricorre solo come aggettivo.
[6] Monte Curto corrisponde alla q. 2056 a N di Colle Angelo ed è ancora ricordato nella locale toponomastica dagli anziani (per questo nome e per la toponomastica locale cf.: D. Boccia, La Toponomastica del comune di Opi, 2016, con citaz. di un'attestazione del XI sec.).
[7] A. Di Marino, Notizie, epigrafi...2013, p. 192.
[8] La voce "Calanga" o Calanca, attraverso il latino medievale (cf. Du Cange, Glossarium, "Locus humilis, depressus") viene dalla nota base preromana *CALA- ("Roccia"), piuttosto diffusa al centro-sud Italia (Calanco, Calancone: "scoscendimento, terreno franato, smottamento, solco scavato dalle acque nei terreni argillosi o sabbiosi/arenosi").
[9] Le cime centrali del Mt. Marsicano, superano quindi il M. Petroso (2249m) e, nel PNALM, sono superate solo da Mt. Greco (2285m) e Serra Rocca Chiarano (2262m).
[10] I sentieri segnati dal PNALM e consentiti in questa zona sono: F10 (l'itinerario di salita della presente escursione, = Landi Vittorj, GMI 1989, it. 205e) dal Km 53 della SS 83 (in loc. Ponte Forcone - Fonte di Giove), piuttosto diretto e abbastanza faticoso. In assenza di neve (nel qual caso verificare attentamente le condizioni del manto) si impiegano dalle 2h30 alle 3h45 secondo il grado di allenamento.
E6: dalla stradina (che inizia in loc. Casette Asismiche, sotto Opi) per la Fonte dei Cementi, piegando a des. (E) c. 200m dopo il Camping "Le Foci" (prenotando è possibile cenare nel ristorante del campeggio).
Il sent. guadagna la panoramica
terrazza della Fonte Ciarlante, 1280m (loc. dial. Fonde i Iavalanna / Javelanna, cioè Fontana dei noccioli) pee risalire verso NE al rifugio (Stazzo di Monte Marsicano, 1590m c., cf. nota 3) e quindi verso NE nel ramo più merid. del vallone dei Balzi (che cala su Fonte Mecca) risalendo decisamente a E fin sulla cima W (q. 2245m). Per la salita si impiegano c. 3/4h (cf. GMI, 1989, it. 205d).
A1-A6: è indubbiamente l'itinerario più bello e vario, ma anche lungo (e può diventare molto faticoso in caso di neve, anche con le ciaspole); si parte dalla Canala (NB la sterrata Pescasseroli - font. La Canala è percorribile ma non consigliabile con i normali veicoli; aggiungere 1h30 se si parte a piedi dal paese o dall'inizio della sterrata) sul sent. A1 che si abbandona al bivio a q.1485m (a sin. prosegue verso il Rif. Prato Rosso) piegando a SE in Valle di Corte e risalendo sul sent. (ora A6) fino ad uscire dalla stretta valle nell'ampia e spettacolare testata. Si risale (SSW) verso la selletta di Colle Angelo (1980m c., tra la q. 2056m di Mt. Curto e la q. 2217m dell'Anticima N) per continuare sul bel crinale che porta all'anticima N e (1 altro Km) alla cima (W) q. 2245m.
In tutto c. 4h (cf. GMI, 1989, it. 196d + 202c + 204).
Altro lungo itinerario da N(E) è il sent. Y1+A4+A6 (partenza da loc. Le Pietrature, a N di Passo Godi, per lo Stazzo di Ziomas, Coppo del Campitello, Stazzo/Valico della Corte e quindi il sent. A6 alla testata della Val di Corte (vedi sopra).
Esistono numerose altre possibilità (vedi i links qui in fondo alla gallery), ma ricordo che nel PNALM è vietato il fuori-sentiero e inoltre tutto il versante orient. del gruppo, dal Ferroio di Scanno al Coppo di Ferroio e la Valle Ciavolara, ricade in zona di riserva integrale del Parco.
BIBLIOGRAFIA PNALM - In calce a questa mia pagina: LINK |