Positano
|
Il Molare, cima più alta della Penisola / Lattari (1444m) |
Mt. Gambera |
Positano, Chiesa Nuova |
|
Positano: Li Parlati; in alto il Mt. Gambera |
Il Molare si eleva quasi come un trono (da qui ricorda il M. Pelmo) all'apice del Vallone Porto di Arienzo (dalla strada Montepertuso - Nocelle, frazioni alte di Positano) |
|
|
Li Galli |
|
|
|
|
|
|
Positano ai suoi piedi
'a Capa 'e Vacca (clicca per ingrandire il panorama)
Ancora sulla "Testa di Vacca". Sullo sfondo il Monte Comune e gli isolotti dei Galli e Vetara
Resti di incendio
Clicca per vedere il panorama più in grande e a colori
Parete Sud del costone Riva Erbatenera - Conocchia, con il torrione (alto c. 50metri dalla base inferiore) detto il Pistillo
Il Pistillo
|
Frana del Catiello (2002) |
S. Maria del Castello |
|
|
|
Sulla spalla SW della Conocchia, ovvero q.1314 IGM-25 (1318m su CTNR)
Parete E della q.1314 di Croce della Conocchia |
Terminato il tratto di [un po' infelici e molto inutili] paletti che risale il costone di Riva Erbatenera verso Croce della Conocchia, alla selletta di q.1314 IGM noto un cavo e una traccia che non ricordavo di avere mai visto prima: seguo il tracciolino che si tiene a mezzacosta sul versante S e sottopassa la croce metallica tenendosi circa 70m più in basso della stessa; a SE della croce si risale un costone (scelgo alcune belle placche rocciose inclinate invece del più facile pendio erboso ad esse contiguo) che porta alla selletta a E della Croce, e quindi, torno in breve alla croce dove mi ricongiungo con i miei compagni di salita. Una volta a casa noto un'altra traccia (vedi cartina qui in calce) riportata sulla IGM 1:25.000 che si stacca più sotto di q. 1314 dal sentiero principale di Erbatenera, via probabilmente ormai abbandonata. |
Sul tracciolino che parte da q. 1314 |
Presso Croce della Conocchia, risalendo dalla traccia che la sottopassa a Sud
Mt. S. Angelo a Tre Pizzi, con il Molare a sin., il Canino semicoperto al centro e il più basso Catello (con relativa spalla Sud, parzialmente franata a inizio 2002) a des.
Dalla cima del Molare: il terrazzino ESE del Molare (in basso) e, oltre la Sella Castellano, Cresta W e Cima del Canino (o Monte di Mezzo, 1425m)
davanti al Mt. Catello (noto anche come S. Catiello, Cardàra o Incisivo, 1326m), con il profilo della parete della spalla SW semi-franata nel 2002.
|
Faito, Golfo di Napoli e Vesuvio |
|
S. Angelo di Cava con il Terminio sullo sfondo |
Avvocata con il santuario che biancheggia sotto la cima |
Mt. Finestra e, sull,o sfondo, l'Acellica |
|
|
|
Sullo sfondo i Monti Picentini: Terminio (sin.) e Accellica (des.)
Sul "terrazzino" ESE, dal Canalino N che consente la discesa (breve ma esposta) dal Molare. Sul terrazzino è un ancoraggio per calarsi in doppia alla Sella Castellano, da dove si può risalire per crestina (II) al Canino
Il Molare (e Canino), versante Nord (anno 1945 c.) |
Su questa bellissima montagna di casa nostra, sono salito appena 4 volte negli ultimi 10 anni (e ancora mi mancano le altre due cime che la affiancano) nonostante l'estrema bellezza dei panorami che offre. Dal punto di vista paesaggistico -si sa- la Costiera Amalfitana /Penisola Sorrentina, rappresenta uno dei luoghi più unici del nostro paese, quinidi paga un po' (specialm. nella stagione primaverile ed estiva) questa sua singolarità con l'afflusso turistico e il traffico... Ma vale la pena di tornarci a visitarne tutti gli angoli, poiché la varietà e spettacolarità della Natura, dei Monti e dei Paesi situati più o meno a ridosso della costa tra Castellammare di Stabia e Sorrento e poi da Termini/Punta Camapanella verso Positano, Amalfi (incluso l'altopiano di Agerola), fino a Vietri sul Mare meritano davvero tanto, conservando in molte località un al contempo pittoresco e selvaggio, nonostante l'affollamento dei centri più gettonati dal turismo.
Sono ben note le peregrinazioni pedestri in Costiera di Giustino Fortunato nel 1877-78 (cf. in calce le pubblicaz. di P. Scaramella, di G. Adinolfi e di L. Ferranti, oltre quella dello stesso Fortunato, L'Appennino della Campania, 1884).
Il CAI di Napoli ed altre associazioni hanno frequentato queste montagne sin dalla fine '800 (V. Campanile in primis). Molti dei sentieri segnalati sulla Carta Escursionistica dei Monti Lattari (CAI NA / Cava d.T., SELCA 1997) erano un tempo mulattiere e tracce percorse da pastori, boscaioli, carbonai, cacciatori, raccoglitori di neve etc.
La roccia di queste montagne (spec. il gruppo del Mt. S. Angelo a Tre Pizzi) è spesso rotta e insidiosa, in continuo disfacimento, come dimostra anche la gigantesca frana che all'inizio del 2002 precipitò dal fianco SW del Mt. Catiello riversandosi nel ramo sin. (idrogr.) dell'alto Vallone Porto. Prossimamente compiremo la traversata delle tre cime del gruppo del S. Angelo. Un ripido canalino a N della cima del Molare (III-, esposto) conduce a des. sul terrazzino (foto sotto; vi scesi già nel 2011; è raggiungibile anche lasciando il sent. che risale a S il torrione del Molare, proseguendo su ripidi pendii che ne aggirano lo spigolo SE) da dove ci si cala con corda doppia alla Sella Castellano, per poi attaccare la crestina WNW del Canino verso la cima dello stesso (cf. L. Ferranti, 2010, p.169-170 per la traversata integrale). |
|
|
|
|
|
|
|
Lato W della cima del Molare |
|
|
|
|
Clicca per ingrandire
Monte Comune, i pizzi di Ieranto, Mt. S. Costanzo e in fondo i Faraglioni e Capri
Zoommata su Monte Comune, due delle tre punte di Ieranto e i Faraglioni di Capri
Fotografie e testo di Francesco Raffaele
[Fotocamera bridge Lumix FZ28] |