Terminio, Canale dell'Ogliara (da Serino) |
Monte Terminio, da ovest |
Edicola votiva e Vallone Matrunolo, Terminio |
IL MAESTOSO ANFITEATRO DOLOMITICO DEL MT. TERMINIO, DA OVEST
(Clicca sulla foto per vederla a maggiori dimensioni e a colori)
|
|
|
|
Le Mura della Civita |
|
La 'Tana del Ghiro', loc. Casa Masucci |
|
La cresta ovest dell'Accellica vista da WNW |
|
Versante Ovest Nord Ovest dell'Accellica, dai castagneti della Valle del Fiume Sabato
Loc.CASA ROCCHI - lascio l'auto e comincia la camminata
|
|
|
Escursione esplorativa in solitaria, di nuovo con partenza da Casa Rocchi in direz. Costa della Melaina - Serra Colle Ferro. L'intento è quello di salire e scendere per tracce (indicate sulla GMI di L. Ferranti, Appennino Meridionale, 2010, p. 240, it. 88c e 88d). Lascio il sentiero (CAI 106) a W della Costa della Melaina [12:15] e risalgo su costola per tracce di cinghiali, aggirando muretti e costeggiando a E il canale/colatoio disceso dai fratelli Ferranti nel 1989 (loc. cit.). Il colatoio è la parte alta della vena che scende a q. 756m (IGM) ma, come da relazione di Ferranti, va imboccato a c.1050m. Da più sopra, sul versante E, mi è sembrato inutile e difficile calarmici. Sempre su costa raggiungo un punto (c. 1250m) dove il colatoio di sin. termina (o nasce, che dir si voglia), e in corrispondenza di questo, pochi metri a destra (E) ne termina un altro, quello che risale da q. 817m IGM. Si prosegue, ancora su alcuni forti pendii erbosi (dove mi è utile la piccozza), fin sotto le roccette presso il filo della cresta, ove s'incontrano i marchi biancorossi del sentiero CAI 190. Mi trovo pochi metri a W della q. 1398 IGM (Punta vene Rosse), e alle spalle (W) c'è il grosso sperone roccioso (q. 1303 IGM) che si sottopassa sul sent. 190 [14:30]. Dopo un'ora di lenta camminata in cresta verso E (incontro un paio di conoscenti che precedono un folto gruppo di escursionisti al ritorno dalla cima), raggiungo il Varco del Pruvusiere, calandomi direttamente dalla q. 1426m IGM, sella che sta tra le elevazioni di q. 1426 e 1454m IGM.
Scendo nel canale e, dopo una breve sosta per mangiarmi un'arancia, mi incammino giù [16:00] tenendomi sulla des. idrogr. traversando per tracce, appena possibile, dopo uno speroncino panoramico, in direz. SW.
Il costolone che ora sto discendendo è quello centrale e meno prominente dei tre sul versante meridionale della cresta Nord dell'Accellica: è detto "Costa Trellicina" (come da L. Ferranti, op. cit. 2010, p. 239, dal nome della località Trellicina, 'Tre Lecci', situata ai suoi piedi), ed è delimitato a W dal Vallone Vene Rosse e a E dal Vallone Butto del Laurenziello (la "Rasula delle Murelle", risalita la scorsa estate, è invece il costone più orientale e si innalza tra il Butto del Laurenziello a W e il Vallone del Butto della Neve a Est). Il costolone più occidentale, Costa della Melaina, risalito in mattinata, si eleva tra il Vall. Vene Rosse a E e il Canale della Melaina a W (uno dei due canaloni che scendono verso SW da q. 1303 fin giù a q. 756 IGM, poco sopra la quale si riuniscono per costituire la testata dell'Infrattata). Costa della Melaina, poco sotto/sud di q.853m (sella su S.I./CAI 106) si salda alla Serra Colleferro.
In 40 min., superati vari canalini e valloncelli, raggiungo un canale secco, sbarrato a monte da un alto muro roccioso. Scendendo capisco di essere giunto nel Vallone Vene Rosse, ma questa è la parte alta, a c. 950m di quota; in un punto è necessaria la corda per calarmi su un saltino roccioso di c. 4,5m (II). Più giù, con minori difficoltà e altri facili saltini, si raggiungono [17:10] le sorgenti Acqua Vene Rosse (c. 870m) da dove la traccia si fa più evidente e, oltrepassato il ruscello immediatamente a W di Vene Rosse, si raggiunge il sent. 106 (in c. 20min. dalle sorgenti Vene Rosse, scendendo-tagliando verso SSW, ho raggiunto direttamente il sentiero CAI a NW della q. 738m IGM).
Salito sulla sella-colletto tra Serra Colleferro e Costa della Melaina, mi dedico per c.45min ad una sessione fotografica ad alcuni begli esemplari di orchidee del gen. Orchis e Ophris.
Dopo una rinfrescata alla fontana tra Varco della Rena e del Favale, poi il bel tratto di castagneti nella Valle del Sabato, raggiungo l'auto presso loc. Casa Rocchi [20:25] al termine di una gradevolissima giornata con due esplorazioni combinate (che avevo rimandato dallo scorso autunno).
Contrariamente alla risalita per la Rasula delle Murelle (12/8/2013) che -specie nel tratto medio e basso- è più 'obbligatoria' come via, quella della Costa d. Melaina e della Costa Trellicine, sembrano aperte a più possibilità, sia nell'accesso basso che, probabilmente, anche negli svalichi in cresta. Prima o poi risalirò il Canale della Melaina via colatoio e il Vallone Vene Rosse partendo dalla Preta 'e Miezzojuorno. |
Una graditissima sorpresa: nuova stazione di Pinguicula hirtiflora, una piccola "pianta carnivora"
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Vera rarità la Pinguicula hirtiflora, piccola pianta carnivora - o più propriamente insettivora - (detta anche "Erba unta alamfitana" o semplicemente Pinguicola) è nota in Italia per poche stazioni in Costiera Amalfitana (Valle delle Ferriere, Vallone Porto, Marina di Vietri sul Mare e Sorgente Acqua Santa, sotto al Mt. S. Angelo a Tre Pizzi, dove il Tenore per primo la trovò), in Calabria (Sila nelle Gole del Celadi, presso Rossano) è stata più recentemente ritrovata anche nei Monti Picentini (A. Izzo, inf. pers. 4/2014): nel Vallone Matrunolo del Terminio e nell'Alta Valle del Sabato.
Questa da me ritrovata e segnalata è una stazione sul versante sud dell'Accellica sotto q. 800m (certamente ne esisteranno altre, sia in zona che, probabilmente, in altri settori dei Picentini). |
Pinguicula hirtiflora
In primo piano il versante orient. del Vallone Butto del Laurenziello e la costa diagonale detta Rasula delle Murelle. Sullo sfondo il Ninno, il Varco del Paradiso Sud e Pettinessa (Accellica Sud), da ovest.
Sguardo verso occidente, poco dopo l'uscita in cresta. Valle del Sabato e Monte Mai. In primo piano il torrione roccioso di q. 1303 IGM.
La sella sotto di esso fa da spartiacque tra l'alta Valle del Sabato a Nord e quella del Picentino (precisam. la testata dell'Infrattata, affluente di des. del Picentino) a Sud.
Su Punta Vene Rosse (q. 1398m IGM)
Vista da Punta Vene Rosse: a sin. continua la dorsale dell'Accellica N (loc. I Ninni e poi q. 1454 IGM che copre la cima Nord); più a des. la Pettinessa (cima sud), la cresta sud e il Timpone.
In basso il Vallone Vene Rosse e (sopra la mia firma) i Torrioni Vene Rosse. Sotto i torrioni si dipana la Costa Trellicine, l'avancorpo centrale - il meno preminente dei tre sul versante meridionale della cresta Nord.
Costa Trellicine (Trellicine, "Tre Lecci", è una loc. ai suoi piedi) separa il Vallone Vene Rosse da quello del Butto del Laurenziello, più a est, oltre il quale sale la terza e più orientale delle costole, la Rasula delle Murelle.
Poiana (Buteo buteo)
|
|
|
|
|
|
|
Ischia |
|
|
|
Varco del Pruvusiere |
|
|
|
|
|
L'imbuto roccioso sul versante orientale del Vallone Butto del Laurenziello
Nei pressi della sella di Serra Colle del Ferro alcune belle orchidee del genere Orchis e Ophris:
metto mano all'attrezzatura macro (reflex, obiettivo Canon EF 100mm F2,8 macro e cavalletto)
Visto che mi trovavo...
3 dettagli scattati con la reflex + 100mm macro! |
|
|
La cresta occidentale dell'Accellica, versante SW.
Nel panorama più ampio (cliccare sulla foto) a sin. Costa della Melaina, al centro Vallone e Torrioni Vene Rosse, Varco del Pruvusiere e a destra Vallone Butto del Laurenziello (e Ninno)
Costa della Melaina
Tratteggiato a sin. l'itinerario nel canale/colatoio, a des. quello risalito
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Si avvia al termine un'altra bella giornata passata sulla regina dei Picentini. Più sopra verso inizio pagina ho inserito il freddo reportage della camminata. Qui qualche tiepida impressione - non posso definirle 'impressioni a caldo' visto che scrivo un mese dopo la camminata. Quando arriva la primavera e poi l'estate, l'amante di montagne (e il fotografo) rimpiange un po' quelle fredde giornate d'inverno, con i cieli tersi, la visibilità quasi di altri tempi, la solitudine di estesissimi spazi innevati e il senso d'avventura e di rischio che ti dà la risalita invernale, anche se non 'estrema'.
Il risveglio della natura, l'allungarsi delle giornate il mitigarsi delle temperature, toglie severità all'ambiente montano e lo rende più amichevole, non direi che lo addomestica ma per così dire lo 'bucolicizza'. Ma sul grazioso sentierino tra i castagni del Sabato e poi sotto i primi boschi con alcuni monumentali esemplari di faggio presso le pendici occidentali della Celica, fa capolino quel lievissimo senso di 'claustrofobia' che ogni tanto avvampa, seppur assai timidamente -anzi quasi impercettibilmente- nello stomaco, come capita quando sai che potresti stare per cacciarti in .....
Qualche avventura, è questo a cui aspiro, quindi non ci metto molto a far spegnere quella specie di caldo lumicino interno di cui, alla luce del giorno, non c'è proprio bisogno.
Mi piace camminare a intuito, e difficilmente mi piegherò al rassicurante display di un GPS, pur conscio che in montagna può spesso far comodo in vari casi ed ammettendo che -a posteriori- mi piacerebbe avere la certezza assoluta della via che ho percorso, senza dover sbattere a lungo la testa su IGM e dettagli nelle fotografie (se cammino con qualcuno munito di gps spesso mi è utile il confronto con la traccia gps). Andare in esplorazione ha un fascino che quasi sempre manca se stai su sentieri segnalati, anche quelli che percorri per la prima volta. E tutto ciò pur sapendo che difficilissimamente fuori sentiero vedrai qualcosa che nessun altro ha visto prima. Intanto ecco la Pinguicula hirtiflora che mi viene incontro a meno di un mese dalla richiesta di un botanico che, via mail e poi per telefono, mi esortava a dare un'occhiata semmai ne esistessero stazioni ancora non segnalate "sui Ninni dell'Accellica", visto l'habitat simile a quello del Vallone Matrunolo, della vicina Alta Valle del Sabato e di altre zone della costiera amalfitana (vedi sopra) ov'è stata rinvenuta questa piccola serial killer d'insetti! Ed eccovi servita l'erba unta...
Su per la "Costa della Melaina" (Melo selvatico) non incontro particolari difficoltà, grazie alle persistenti tracce frequentate dai cinghiali; mi resta l'incognita del profondo canale alla mia sinistra, su cui talvolta mi affaccio: ma evito di calarmici pur avendo con me la corda, e sarà per un'altra volta quando vedrò di accedervi da più in basso e semmai in presenza di minore copertura vegetale.
Quando raggiungo le prime torrette poco sotto la cresta, e i ripidi pendii falascosi appena risaliti (utile ma non indispensabile la piccozza) si addolciscono in un mare di ginestre, erbetta e cielo blu, puoi dire di sentirti un po' padrone della montagna e di tutto l'oceano verde che la circonda, con le valli del Picentino e dei suoi affluenti persi in impenetrabili jungle tropicali a sud, la più spaziosa ed antropizzata, ma egualmente solitaria e affascinante valle del Sabato a ovest, chiusa tra i muri di Mai e Terminio ftra i quali s'incunea per 'civilizzarsi' in quel di Serino, verso il Partenio e il Sannio.
Anch'io in cresta, dopo i segni CAI del "Sentiero del Paradiso", raggiunto il tratto afferente alla "via normale da Nord" (CAI 104) m'imbatto nella civiltà, un gruppo di escursionisti avellinesi (e non) che scende dalla cima diretto a Colla Finestra e quindi a Casa Rocchi, dove hanno parcheggiato già prima che ci arrivassi io in mattinata.
L'aria della cresta non mi accompagnerà che per qualche respiro, perchè mi ci vorrebbero quasi due ore
per la cima Nord ma, non sapendo cosa troverò nelle Vene Rosse, preferisco tenermi la seconda ora ché semmai stasera faccio in tempo per una bella pizza. Come dicevo nel precedente brano di questo reportage, c'è la sensazione che sul costone risalito, e ancor di più su quello disceso, ci siano parecchie possibilità di discesa, mentre il costone più orientale, quello della Rasula delle Murelle (o di Mauriello), corre uniforme, più compatto e sottile, seppur più prominente di quello centrale (Costa Trellicina) e quindi con via più obbligata, stretta tra i baratri dei valloni circostanti, ovvero il Butto del Laurenziello ad ovest e il Butto della Neve a est. Con buona neve la Rasula dev'essere un'interessante salita invernale, in un grande ambiente, ma l'attacco è un po' troppo esposto a possibili scariche e valanghe, chiuso sotto le pareti di Pettinessa e dei vicini butti.
Quindi, pur avendo preso confidenza con queste due nuove vie (peraltro come detto già segnalate sulla guida dei Monti d'Italia scritta dal Ferranti e pubblicata da CAI/TCI) in queste due zone, specie nel centrale Vallone Vene Rosse resta molto spazio all'esplorazione e all'ignoto. Semmai potrò abbinare un'altra discesa per Costa Trellicina - Vene Rosse ad un'esplorazione del più pauroso Butto del Laurenziello. Intanto mi vado a cercare qualche mia foto scattata durante la risalita della Rasula, e semmai qualche vecchio scatto invernale dai Piani che mostri la fisionomia della montagna più da lontano, priva della copertura del fogliame arboreo, al fine di identidicare i vari colatoi e canali percorsi e percorribili...
Per quest'estate vorrei cominciare a prendere confidenza con i recessi più nascosti e impervi del Terminio, tra Matrunolo, Carpino, Balordo, Ogliara
... anche al fine di prossime salite su neve.
Ma sull'Accellica e dintorni l'esplorazione
non va in vacanza: prossime mète già puntate da tempo: per quanto riguarda i dintroni, sicuramente la zona dei Valloni Infrattata/Nocelleto e del Pagliariello con possibile risalita su Punta di Tormine- Licinici e discesa ad anello...
La Traversata integrale di Cime e Creste è stata compiuta
2 settimane dopo l'escursione qui documentata; e mi ha incuriosito per le belle zone tra Varco della Noce e Timpone e le possibili risalite su quest'ultimo da SW e SE, ma in quest'ultimo caso senza allargarsi troppo a Est (Acqua Amara). Il tempo non manca.
Infine, dal versante Montellese, ho da tempo lasciata "appesa"
la possibile direttissima Zachela da NE: invece di passare sullo spallone immediatamente a Ov. del Vallone della Neve, che ormai ho già salito e ridisceso varie volte, vorrei tentare di risalire sulla spalla a Est del Vallone della Neve, quindi procedendo a monte del Porcino Gatta fino al punto dove lo spallone si fa una stretta costola compresa tra l'imbuto sommitale del Vallone della Neve a W e il ripido Canale-Vallone Zachela a Est (canale che più giù incontra il colatoio che scende dal Ninno per formare il Vallone Raio della Ferriera o Vallone della Savina). Alcuni anni orsono, discesi direttamente dalla cima Nord(E) dell'Accellica per un centinaio di metri, fino ad un piccolo e oblungo arco naturale, oltre il quale i ripidi pendii di falasca (ero senza corda) m'impedirono di scendere oltre. Dal basso è più sicuro, e probabilmente quest'estate tenterò di salire alla Nord per questo costone, abbinando semmai ad un'altra esplorazione del Varco del Paradiso (N) per tentare di scendere a quell'alberello con il vecchio cavo d'acciaio a cui giunsi l'altra estate. Storie d'ordinaria passione, ngopp' a la muntagna (F.R.)-
|
Fotografie di Francesco Raffaele
Le foto di questa escursione sono state realizzate con una leggera fotocamera 'bridge' Panasonic Lumix DMC FZ28
ad eccezione delle macro di Pinguicula ed Orchidee e qualche altra realizzate con Canon EOS 40D + EF 100mm F 2,8 Macro. |