MAIELLA

LAMA DEI PELIGNI - ACQUA DELLA SPOGNA - GROTTA S. ANGELO - VAL (MAL) FARAGNA - VALLE COPPETTI - VALLE DEI FONTANILI - ALTARE DELLO STINCONE.
VALLE DI TARANTA - IL FONTANILE - ULTIMA MACCHIA - VADUCCIO (o VADO DELL'ACQUAVIVA ?) - RIFUGIO FONTE TARI' - FOSSO BARONE - PINETA / CALVARIO
(9 novembre 2022)

Pareti sotto Monte Cerasciolo / Cirasolo

Grotte

Vecchia strega

Valle S. Angelo e Grotta-Eremo di S. Angelo a Lama





Eremo-Grotta di S. Angelo a Lama dei Peligni:
Muretto con nicchia per la statua di S. Michele >

La parete dell'eremo di S. Angelo a Lama

Passo con corda fissa - Acqua de la Spogna

Mal Faragne (Valle Faragna)




Castelli di roccia in Valle Faragna




Sul crinale (al centro) il Rifugio Fonte Tarì



Valle dei Fontanili (paravalanghe).
In alto a des Lu Casotto de Jaccione

M. Porrara

Prima neve

Gracchi

Altare dello Stincone da Est



Sullo sfondo il M. Terminio (tra l'Acellica e la Colla di Basso). Al centro Capracotta (a sin. M. Campo). In basso il gruppo dei monti di Pizzoferrato (La Rocca, Lucino, M. di Mezzo e M. S. Domenico)




Monte Amaro, 2793 m, la vetta della Majella, seconda cima (5a elevaz.) dell'Appennino.
A sin. Grotta Canosa, 2604 m, la più alta grotta pastorale appenninica



La Q. 2413 m dell'Altare dello Stincone






La Valle di Taranta, da poco più a SE della q. 2413

Il Fontanile (presso una grottina)


GROTTA S. ANGELO A LAMA, VAL FARAGNA, ALTARE DELLO STINCONE E VALLE DI TARANTA: Bel giro, con Francesca O., in un settore della Majella per me nuovo, tra i territori di Lama dei Peligni e Taranta Peligna. Sull'Eremo di S. Angelo a Lama avevo letto in un paio di libri di E. Micati (oltre che nella recente guida escursionistica della Majella che S. Ardito ha pubblicato per Idea Montagna, 2022, guida alla quale abbiamo avuto il piacere di fornire la foto di copertina). Partiti dalla Pineta (sopra al Calvario di Lama, 741 m) prendiamo la strada verso N che passa presso l'area faunistica del Camoscio e diventa poi sentiero (H10 del Parco). Dopo un paio di tornanti il sent. passa (1050 m ca) in Mal Faragne, dove 2 brevi tratti attrrezzati con cavo fisso consentono di superare il dosso che separa queste due valli del Monte Cerasciuolo (cf. M. Tenore, 1832), prima salendo e poi scendendo nel bel boschetto sotto la sorgente di Acqua de la Spogna (M. Tenore cit., A. Sciarretta, 1997), oltre la quale un pinnacolo alto ca. 20 m preannuncia lo spettacolare sgrottamento a mo' di pueblo messicano in cui sono i resti di muretti dell'Eremo di S. Angelo a Lama (cf. E. Micati, Eremi ... 1990, 104-105, 111-112; id., 2007).
Tornati sui nostri passi, dopo una breve salita e sosta alla predetta fonte, rientriamo nella Val Faragna [1], che cominciamo a risalire.E' inizialmente stretta, alberata e poco definita,ma a monte di un ghiaione e canale (pass. II a sin., ma evitabile e più facile a des./N) si apre con un impressionante sequenza di rupi sulla sin. idr.,le cui sottostanti pareti sono cariate da eleganti e aerei sgrottamenti: sembra un enorme castello di pietra!
Salendo sempre fuori traccia passiamo sulla testata della Valle Carpino, quella della Fonte (S.) Martino, che bypassiamo tenendoci a monte (sotto lo Jaccione), tagliando la Valletta dei Coppetti ed entrando in alto in sin. idr. di Valle dei Fontanili che seguiamo verso NW e sempre rigorosamente fuori-traccia, fino al punto dov'è possibile calarsi nella V. di Taranta, a E dell'Altare dello Stincone (io proseguo passando sotto q. 2457 IGM e aggirando più a N, cercando di perdere meno quota possibile). Molto bello il cielo a pecorelle alle ultime luci del giorno dall'Altare dello Stincone [2]. Mi affaccio sulla punta SE estrema del grande "stinco" di tenero calcare che si protende nella Valle di Taranta e poi torno poco più a NW a un punto dove si può facilmente calarsi nella des idr della Valle di Taranta [3].
Seguiamo il sentierino segnato scendendo infine al Fontanile (1800 m ca, dove ci si cala a sin. facilm. grazie a un cavo fisso) e poco più giù, pr. l'Uldema Macchia, il più alto nucleo di faggi nella Valle di Taranta, prendiamo il sentiero a sin. verso il Vaduccio (o Vate de l'Acquevive?) [4], poco prima di quello più diretto per la Grotta del Bove e del Cavallone. Dopo breve sosta e foto notturne pr. Punta Tarì, proseguiamo per la Fonte - Rifugio Tarì e quindi giù lungamente per il sentiero (H4) che scende a tornanti verso E superando vari fossi (Fosso Barone) fino alla strada. [Tot. 20,5 Km, 2000 m disliv, 10 h]

NOTE:

1
- Mal Faragne, Valle Faragna, il solco a sud di quello di S. Angelo: A. Sciarretta, 1997, lo fa derivare da un'aggettivaz. di Fara (intesa nel senso aggettivale non etnico-corografico), voce longob. che dà origine al nome di vari centri dell'italia centro-sett., tra cui anche Fara S. Martino; io credo sia più probabile che possa venire dal fitonimo che indica la farnia, specie di quercia che si trova fino a 1000m ca., che potrebbe aver dato nome alla parte bassa del fosso. Cf. Monte Faragnito e Toppo della Faragna, sui Monti Picentini, Fragneto Monforte nel Sannio, e numerosi microtop. in cui, per la verità, l'epentesi della "a" centrale non si presenta (quasi) mai: Fargno e sim. in Marche e Umbria; (credo più difficilm,. da "farragine").
2 - Dial. Altare o Aitare de lu Stingone , quotato 2426 sulle carte (e sulla GMI), la vera cima è più a sud, 2413 m (sulle CTR è quotato 2411 m un punto che sta alcuni metri a NE della vera cimetta). Segna l'inizio della Valle di Taranta, proprio prsso la sua testata a quasi 2500 m., vedetta sui sentieri di nevaioli e pastori che salivano a Grotta Canosa e al Piano Amaro.
Il toponimo è limpido: "Altare" è piuttosto diffuso (ca. 80 casi nelle carte IGM25 in tutt'Italia) e come oronimo, in Abruzzo troviamo: M. Altare a Barrea, Altare della Neviera sul Sirente, Cima dell'Altare in Majella, Fara, appena 2 km più a N dell'A.d. St. "Stincone" (forse anche in Valle Stangone, la valle a S di Cima dell'Altare, piuttosto che da stanga, v. Sciarretta, 1997) è un termine geomorfico relativamente diffuso nella toponomastica: al pari di Costa/Costola, Bocca, Schiena etc. è una traslazione di voce relativa al corpo umano applicata a caratteri del terreno e dell'orografia. La voce ha origine ant. germanica (skinko, come schiena) e sta generalm. a indicare prominenze e speroni allungati, o anche cime (talv. è metatesi di lentisco).

3 - La Valle di Taranta è localm. nota semplicem. come "La Valle". Su alcune vecchie carte, la bocca o anche l'alta parte della valle è denominata La Tagliata (Atlante Rizzi-Zannoni, 1806, vedi fig. qui sopra; cf. A. Sciarretta op. cit., 1997, 73). "La Tagliata" è però soprattutto il nome del tratto della SS84 "Frentana" tra Palena e Lama d. P. (inaugurata il 15/10/1832: E. Micati, 1990, nota 141; AS 1997, 78; GMI 1955, 331) e soprattutto del precedente sentiero-mulattiera tra Lama e Palena (M. Tenore 1832, 86, 99-seg.), che si dipanava, come la successiva strada borbonica, su un versante ripido ed esposto con parecchi tratti tagliati / scavati nella viva roccia del pendio orientale della montagna (Majella-Porrara).
4
- Sopra le Grotte del Cavallone, del Bove e dell'Asino ci sono un paio di punti in cui si può uscire/ entrale da V. Taranta a Punta Tarì / Stazzo-Fonte Tarì, per facile traccia.
L'ultilissimo e più volte citato testo di A. Sciarretta sulla Toponomastica delle Maiella orientale (1997; ne scriverò un articolo e sto mappandone i toponimi con GIS) riporta "Vatuccio", il Landi Vittorj (GMI, Appennino Centrale, 1989, 184 e fig. 26) dà "Passo dell'Acquaviva": il crinale a monte è Colle Acquaviva sulle IGM e Piano dell'Acquaviva localm. (Sciarretta, cit., p. 71). Stranamente però nel testo di Sciarretta è il Guado/forcella sul versante opposto, q. 1864 m IGM, che conduce al Rif. Macchia di Taranta, a essere denominato "Vate dell'Acquevive" (op. cit., 77); credo debba trattaesi di un errore e che quest'ultimo top. sia invece da riferirsi proprio al Vado/Passo sopra la Grotta del Cavallone! L'accesso o uscita dalla valle in des. idr. (q. 1864 m) è denominato "Passetto del Canalone" nella citata GMI (1989, p. 186) e, in una descriz. del 1831, l'insigne botanico napoletano M. Tenore lo chiama Vado della Valle.


Sosta presso Punta Tarì

Foto e testi di Francesco Raffaele

H O M E