Il Canino da Agerola
(2 Febbraio 2022)

 

Gennaio è stato per me quasi un "lockdown": essendo imminente l'uscita del Volume 4 (il penultimo in ordine di pubblicazione dei 12 totali) della Guida sul "Sentiero Italia" del CAI, per la quale ho curato una ventina di itinerari e l'Introduzione della Campania e Matese, ho potuto fare un'uscita solo per l'ultima delle ricognizioni del SI (la Tappa Colli Fontanelle - Punta Campanella - Termini) il giorno 14... poi mi sono dovuto dedicare alle ultime relazioni e alle correzioni. Rinunciare alle uscite sulla neve non è facile, soprattuto quando sai che non è detto che a febbraio e marzo ce ne sarà.
Parto verso le 13:20 dal macello di Ageola (via S. Croce) e prendo la mulattiera nella curva immettendomi poi nel fosso dell'impluvio proncipale: appena ne esco (causa saltini) incontro un vecchio del posto che cerca una pecora smarrita qualche giorno prima. Cominciamo a parlare di animali e di altro, e appena gli chiedo delle zone più in quota comincia a raccontarmi delle capre che aveva e delle vie pastorali che percorreva decenni fa su quel versante e su quello nord dello Scalandrone. Mi racconta che giusto 20 anni fa, il giorno dopo la frana del Catiello (4-5/1/2002) si recò a recuperare le 100 capre e i 2 cani che aveva lasciato sul versante positanese del Catiello/Canino, presso la Vena Spaccata, che nel frattempo erano passate sul lato nord (dalla Sella Canino-Catiello).
Tra i toponimi che cita, oltre alla Vena Spaccata e M. Catiello, i Tempuni, poi più avanti La Lontra, 'o Mɘnaster(i)o (Monastero)', 'A Cunocchia, 'A Cunocchia Vecchia (!), Acqua del Milo e Casa del Monaco. Da questo lato (nord) nomina lo Scalandrone (scorciatoia alta per l'Acquasanta, il cui "passo chiave" a zig-zag un po' esposto è detto il Malopasso), Acqua Santa, Acqua di S. Catiello, 'nfaccia 'a Scola, Vena d'o Carabiniere e Grotta d'o Carabiniere, Monte Rotondo (tutti in territ. di Pimonte), Ciampa del Diavolo e Malopasso (questi ultimi due presso Crocella), (C)Rucella, Suvaro (Colle Sughero).
TIMPONE / TEMPONE è un oronimo particolarmente interessante perché non mi pare sia attestato nella toponomastica dei Monti Lattari e probabilmente il valore di "microtoponimo" non ha restituito alcun nome di luogo ufficiale di cui sia rimasta traccia sulle carte. Difficile capire a quali Timpe/Tempe possa riferirsi nei pressi del Monte Catiello (in una seconda intervista, il 9 febbraio, E. mi ha precisato che si trovano sul versante NE del M. Catiello, quindi sul versante agerolese non positanese, nella zone dove le IGM riportano "Selva Mare": anche quest'ultimo toponimo lo conosce e mi dice che Selva 'o Mare indica tutta la boscaglia piu' in quota e in pendenza, alle pendici N, NE e E del Catiello). Timpa/Tempa in genere indica monti con pareti scoscese o baratri, precipizi, rupi, (così anche in greco ant.). Il termine ha una diffusione piuttosto ampia nel Meridione (sopratt. Calabria, Basilicata, Puglia e Campania Merid.) e viene spesso ricondotto al sostrato "Mediterraneo" (prelatino). Come detto mancano attestazioni sui Lattari-Penisola, ma l'oronimo compare sull'Isola di Capri (loc. Timpone di Anacapri, oggi anche nome di una via, e forse, stando alla plausibile ricostruzione di E. Federico, "Note sull'oronomastica di Capri", in: Conoscere Capri 1, Oebalus 2003, anche per quello che viene detto "Ti(m)berio", il monticello su cui sorge Villa Jovis e la local./via a SW dello stesso, nomi generalmente fatti derivare da quello dell'imperatore Tiberio)
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Sono le 14:20 quando, dopo una mezz'oretta di sosta con il vecchio di Borbone di Agerola, mi dirigo verso la Bocca dell'Inferno, prima all'interno del vallone innevato, da cui esco perché anche qui i salti si fanno scivolosi, poi salgo sul Canino etc etc. F.R.



Vena Spaccata




Serra Rocca Chiarano e Mt. Greco dietro al Vesuvio

A sinistra sullo sfondo La Meta
 
Il Matese

Il Matese
 



 

 










 


Fotografie di Francesco Raffaele

H O M E