Partito per un'invernale sulla Meta, salendo sulla strada Alfedena-Campitelli noto che la pioggerella non accenna a scemare e in quota è tutto chiuso. Cambio programma e torno indietro per poi proseguire alla volta del PNALM. Il "piano B" è la salita sul rilievo che s'innalza tra la Valle Caccia Grande e V. Jancino (Iancino, Angina), cime senza nome che probabilmente sono all'origine al toponimo "Caccia Grande" della sottostante valle. Questo sottogruppo si estende (in direz. E-W) tra il Monte Amaro di Opi a NNW e la cresta principale della Camosciara (Tre Mortari - Balzo della Chiesa -Capraro) a SSE e si prolunga poi nel sottogruppo della Liscia più a E, in piena Camosciara. Anche se il toponimo "Caccia Grande" è presente su carte d'inizio '900, è assai probabile che quello originario (e tuttora in uso in paese, come si evince da ricerche linguistiche sul dialetto di Opi e sulla toponomastica del suo territorio comunale effettuati in anni recenti dal dr. Davide Boccia) fosse "Coccia Grande" e che si riferisse quindi non alla Valle bensì alla forma bombata del rilievo a Sud del Mt. Amaro di Opi (monte senza nome sulle carte IGM, dove la cima è quotata 1832m) che somiglia ad un testone, visto sia dal territorio di Civitella che da quello di Opi, e che contrasta fortemente con la morfologia più aguzza delle cime circostanti quali la dolomitica cresta della Camosciara e il sottile ed allungato crinale del Monte Amaro di Opi. Sul versante N della Cocciagrande allignano esemplari di faggi ultrasecolari probabilmente sfuggiti ai tagli borbonici e sicuramente a quelli post-unitari.
L'inverno non è la stagione ideale per le uscite esplorative ma conoscendo già, per precedenti esplorazioni, la conformazione delle zone circostanti (e la via di discesa), vado sicuro. Giungo sull'anticima W della Coccia Grande (q.1816 IGM); proseguire fino alla q.1832 mi avrebbe portato via un'altra mezz'ora (sto con le ciaspole) e avrebbe significato dover rinunciare a fotografare con un minimo di luce alcune cascatelle sulla via del ritorno. In altra occasione ero già arrivato da altra via alla selletta a SE di q.1832, dove un ripidissimo canalone scende verso NE nel Vallone della Sorgente della Liscia. Nella zona più orientale, a ridosso con la Camosciara, la cresta si fa accidentata e piena di mughi, ma con la neve è relativamente più agevole il passaggio. Scendo nella Valle Jancino da dove tornerò in Val Fondillo. NB: L'area è riserva integrale del Parco Nazionale, quindi non è permesso entrarci, virtualmente neanche d'inverno. Evito perciò di inserire ulteriori informazioni sulla via effettuata e sul tipo di ambiente/difficoltà [F.R., 2/11/17]. |