LA CONOCCHIA - La Montagna della Conocchia costituisce l'elevazione più occidentale del Gruppo del Mt. S. Angelo a Tre Pizzi (che con il "Molare", 1443m, è la vetta più alta dei Monti Lattari).
Immediatamente a W del Molare (selletta nota come Porta di S. Michele e roccione cavo anticamente noto come Portacoeli), c'è un casotto con antenna (la zona poco più a N era detta Colle delle Capanne, perché qui i pellegrini sistemavano le tende per pernottare nei giorni estivi della Festa e Processione di S. Michele, quando -fino a metà dell'800- sulla cima del Molare c'era ancora la chiesetta per il culto del santo) e poco più a W è la Croce della Conocchia (c. 1380m, non quotata sulle carte IGM). Da qui il crinale scende sempre a W, dividendosi poi in due: a N dopo l'elevazione q.1266 e una selletta, la cresta si fa affilata e "alpinistica" (III+/IV-) per poi tornare facile in zona Vena Longa - Punta Medico, dopodiché cala verso Conti, frazione a N di S. Maria del Castello. A N di questa cresta è il Vallone Acqua del Milo / Acqua del Revone, mentre a sud è la più piccola Valle dei Conti (così su Carte borboniche del ROT, 1817-19; cf. anche A. Trombetta, Moiano... 1991, p. 38-39), localmente Rivo della Mangina (Mancina, esposta a N); sulle carte forestali / mappe catastali 1:10000 del comune di Positano (SA), cui detta valle appartiene, essa è denominata "Valle Agrifoglio". Una cresta minore cinge sul versante Sud la valle dei Conti / Agrifoglio: a quota più bassa è denomin. "Riva Erbatenera" sulle carte IGM (ma "Rivo Erbatenera" è probabilm. il fosso, più in basso denominato, sempre sulle catastali di Positano, "Vallone Bosco del Prete", che cala nella Valle Pozzo). In Valle Agrifoglio fa bella mostra di sé la "Conocchia" (propriamente detta?), ossia la parete, rivolta a S, a des/E della quale si erge la fallica guglia del Pistillo.
Un tempo quest'utlimo fungeva da meridiana naturale (per i locali pastori e raccoglitori di frascame/esche), grazie all'ombra proiettata sulla parete della Conocchia (inf. Benito Ferraro). Sulla cresta che da Punta Medico sale a Croce della Conocchia passa il settore Nord-occidentale del confine provinciale Napoli-Salerno (a S è, come detto, territorio di Positano).
Croce della Conocchia ha versanti S abbastanza scoscesi e alcune pareti di discreta altezza. Il settore SE (Rivo della Lontra) è percorso da alcune interessanti vecchie tracce ancora segnate sulle IGM25 (tra le q.1126 e 1035m) mentre più in basso transita il sent. CAI 329 (ex 02, Cas. Forestale - Passo della Lontra - Frana del Catiello in alto Vallone Porto - Campo dei Galli - alto Vall. Grarelle - Capo Muro).
Con Elio Dattero saliamo da S. Maria del Castello a Punta Medico, continuiamo per l'evidente traccia che dal crinale della Vena Longa lascia a sinistra la "Cresta della Conocchia" per dirigersi sotto al torrione detto "Pistillo" (noto itinerario tracciato sulle IGM a 25000/50000 e menzionato anche nelle vecchie guide rosse del TCI/Bertarelli, "Napoli e Dintorni", ediz. 1927, p. 492; ediz. 1960, p. 517; cf. anche P. Scaramella, 2001 e L. Ferranti, 2010). Da qui, invece di proseguire verso la testata della vallecola in direzione delle staccionate del sentiero CAI, dopo essere passati sotto al Pistillo (io salgo anche alla selletta dove inizia la via dello spigolo N del Pistillo) risaliamo il Canale a des./E del Pistillo (II; Elio sale più a sin./W, tratto più esposto). Una volta arrivati sopra, aggiriamo (a des./S) l'ultima elevazione (= q.1266m IGM) e giungiamo all'incorcio con il sent. per Casa del Monaco, in loc. Lapillaro (così detto per via della sabbia, depositatasi dopo alcune eruzioni del Vesuvio, che può qui essere notata in vari punti sul terreno; info presa sul posto e anche in B. Ferraro, "Guida al Monte Faito", 2009). Senza salire alla Croce della Conocchia, dopo una pausa, ci portiamo sull'altro costone (S) e iniziamo la discesa (vecchi segni CAI, max II, evitabili a des/N i passi più ardui o esposti). Dopo aver incontrato la staccionata del sentiero, proseguiamo per cresta (q.1050 IGM), ma poi con il buio decidiamo di calarci sulla traccia (anche su IGM 25000, pr. Loc. Riva Erbatenera) che torna verso il bivio della "Capa di Vacca" (pausa per foto notturne) e giù per le Tese che vanno alla Forestale, da dove il Sentiero CAI 300 riporta a S. Maria del Castello. NB 1: I Toponimi, oltre che desunti da carte antiche / moderne e da libri, li ho raccolti personalmente a Conti, in un una successiva occasione (16 febbraio 2018) grazie ad un'anziana del posto. NB 2:
In quest'ultima circostanza (solitaria del 16/2/2018, dai Conti, ovv. inizio di Via Conocchia e risalendo il costone S lasciato a metà, causa buio, a dic. 2016) ho ho assistito a un paio di scariche di sassi nel canale del Pistillo (quello risalito nel 2016) e dalla cresta della Conocchia (attraversata alpinisticamente in una successiva uscita con Cristiano Iurisci il 15/4/2017). Perciò tenere ben presente che gli incendi dell'estate 2017 hanno reso pericolosamente instabili le rocce della Conocchia, quindi percorrendo la suddetta traccia che sottopassa la parete e il Pistillo, può presentarsi il rischio di scariche di grossi massi! Lo stesso vale per il versante N (Falangone - Fusolo, alto Acqua d. Milo. [Per il Monte della Conocchia vd. anche L. Ferranti, "Appennino Meridionale", CAI-TCI, 2010, p. 156 e seg. e itin. 46b; NB1: q. 1266 IGM non è la sella ma la sommità più a monte/ a E; NB2: didascalia foto 3, p. 159: è "Cresta della Conocchia", non "Croce..." (malgrado il top. sia erroneam. scritto in quel settore sulle carte). Vedi anche P. Scaramella, "La montagna sul Mare", 2001].
Il TOPONIMO "CONOCCHIA"
Nel napoletano (e un po' in tutto l'areale dell'ex-Regno di Napoli) "Conocchia" è un micro-toponimo che s'incontra non di rado.
Diverse attestazioni toponomastiche hanno a che fare con una tipologia di monumenti (funerari?) romani presenti quasi unicamente in Campania, mausolei talvolta indicati proprio come "del tipo a Conocchia"
databili tra I sec. a.C. - II d.C., costituiti da un grosso basamento/podio cubico (generalm. in opus reticolatum) sormontato da una cornice intermedia su cui poggia un'alta cupola di forma cilindrica od ottagonale. Tra i più noti mausolei di questo tipo c'era quello della Salita dello Scudillo a Napoli (oggi via G. Buonomo, dov'era anche una villa di G. Pontano; cf. G. Doria, Le Strade di Napoli, 2a ediz., 1979, p. 239), ma anche quello di Curti, presso S. Maria Capua Vetere, e ad Avella, in loc. Casale. Anche il cosiddetto Ciaurro di Marano di Napoli (loc. Vallesana, a poche centinaia di metri da dove vivo) mi pare rientri nella tipologia delle strutture in oggetto.
[Cf. Stefania Tuccinardi, La Conocchia presso Le Curti..., 2011; Angela Palmentieri, La Necropoli romana monumentale di Abella. Diffusione del tipo di tomba "a Conocchia" in Campania, sd; Salvatore Fioretto, Ciaurri, Ciaurrielli e Conocchie, 2015, LINK].
Il termine "Conocchia" viene dal lat. colus attraverso il diminutivo (lat. tardo) Conucla (Cf. Du Cange, Glossarium...): si tratta del pennacchio di canapa, lino o lana da filare, piantato in testa al rocchetto (o rocca) e, per estensione, anche l'intero rocchetto (cf. A. Trombetta, Moiano..., 1991, p. 50-51; id., Profilo Linguistico e Onomastico della Penisola Sorrentina..., 1983, p. 48). Credo questo sia l'uso originario della parola, che però, nel Medioevo, è passata a designare anche altri oggetti simili alla Conocchia: ad. es. in molti dialetti meridionali è un fungo (Macrolepiota procera, nota come "Mazza di Tamburo", cf. ad es. V. Gambone, Dizionario Montellese), ma anche l'equiseto (G. Rohlfs, Diz. Topon. Calabria, 1974, Conocchiella, contrada di Morano Calabro; cf. anche E. Giammarco, TAM, 1990, loc. in diocesi di Isernia nominata nelle "Rationes Decimarum"), o un tipo di spada con particolare impugnatura (De Ritis, Vocab. Napol., 1845, p. 362), o ancora la "Canocchia" è un altro nome del crostaceo noto anche come "Pannocchia" o "Cicala di Mare" (Squilla mantis). Presso gli antichi romani la Conocchia (colus) indicava anche, metaforicamente, gli anni della vita; fino a qualche decennio fa, in alcune città abruzzesi, lo srotolio di un filo dalla C. era usato per scandire il tempo delle offerte nelle aste durante alcune festività (cf. Wikipedia).
Sulle "Conocchie" calabresi, espressione di un' "arte primitiva popolare" (e sui loro aspetti simbolici) consiglio di consultare il libretto di O. Cavalcanti: Conocchie di Calabria (Trevi ed., Roma, 1974) che si giova di un'interessante prefazione di L.M. Lombardi Satriani e di un ampio apparato iconografico.
Sembra che il toponimo napoletano (cf. supra) della località dov'era situata la villa del Pontano (presso la Chiesa di S. Gennaro; poi vi sorse anche un convitto dei Gesuiti; alcuni quadri di G. Gigante raffigurano la zona) derivi da una originale conicle = cunicoli, essendo quella zona tufacea ricca di sotterranei (cf. Conicchio, Cunicchio, Conegliano: G.B. Pellegrini, Top. Ita, 1990, p. 218), come attestava lo stesso G. Pontano e poi le prime "guide" di Napoli (Celano, Parrino etc.); il vocabolo fu poi mutato dal volgo in "Conocchia", per similitudine con questa parola. Quindi il mausoleo della Conocchia, situato nelle vicinanze, deriverebbe il suo nome dalla località (e non viceversa), e la notorietà di questo monumento avrebbe fatto estenderne il nome a quelli di simile aspetto (ma non a tutti: cf. ad es. il "Ciaurro" di Marano di Napoli, di cui parlerò in altra sede).
Il linguista L. Chiappinelli (in: Nomi di Luogo in Campania, 2012, p. 68 e n.55) fa derivare il termine "Conocchia" dal lat. icona! (interpretandolo come una forma alterata del dial. cona). Per questo uso del termine "conocchia", che forse deriva non direttam. da colus ma dal gr. o dal biz. eikóna > cona, con la relativa variante popolare conoccla (simulacro, immagine sacra, cappella votiva, nicchia). Cfr. il breve ma dotto articolo di G. Serra (1949).
Sulle carte IGM (tav. 1:25000), nel database di più di 700.000 toponimi registrati sul suolo nazionale, sono riportati 9 top. Conocchia, Conocchiella e (La) Conocchiola tra Molise, Campania, Basilicata e Calabria.
Per quanto riguarda l'oronimo della montagna dei Lattari, la forma della parete della Conocchia deve essere stata paragonata alla testa del rocchetto per filare: nei pressi è infatti documentata anche la loc. ('o) Fusolo * (anche questo termine mutuato dal gergo tessile, essendo il "fuso" spesso usato accoppiato alla Conocchia). Nelle Carte borboniche (Carta Topografica idrografica, ROT, 1817-19, "lo Fusolo" è il lungo crinale prima de "la Conocchia", mentre localmente è ritenuto sia situato in alto Vallone Acqua del Milo, in sin. idrogr., a monte del Falangone ("Burrone"), dove le IGM25 riportano "Conocchia" (le stesse carte riportano "Croce della Canocchia" poco più a S, ma il toponimo andrebbe spostato più a des./E). Se il toponimo fosse stato più localizzato (alla sola parete Cresta della C.-Pistillo, che è altresì nota come Vena Rossa), si sarebbe potuto ipotizzare che la guglia del Pistillo fosse all'origine del toponimo (data la sua forma, che un tempo era usata come gigantesca meridiana), ma poiché il nome è esteso all'intera montagna a W del S. Angelo a Tre Pizzi (demanio di Positano), dev'essere stata la sua morfologia, vista da lontano, a suggerirne in qualche modo la somiglianza-associazione e da ciò il nome. Come al solito, al di là delle ipotesi/ trafile linguistiche, risulterebbe utile uno scrutinio approfondito delle più antiche attestazioni del termine in esame, ossia quelle medievali (preced. ai catasti onciario e murattiano che riportano già l'attuale forma/ denominazione) al fine di poterne comprendere anche il preciso valore semantico/ etimologico.
[* In una recente indagine, 16/6/2023, con G. Adinolfi, a S. Maria del Castello, abbiamo potuto appurare, tra le altre cose, che 'A Capa d'o Fusolo corrisponderebbe all' elevazione q. 1266 IGM (dov'è stata apposta una piccola croce)].
Francesco Raffaele, 24/2/2018
NOTA BIBLIOGRAFICA essenziale sul termine Conocchia (F.R., Aggiorn. 2023):
LEI vol. 15, 2020, col. 1105-1123; S. Battaglia, GDLI vol. 3, 1964, p. 573; DELI 1999, s.v.; G. Alessio, in: DEI vol. 1, 1950 (rist. 1975), p. 723 (s.v. canocchia) e vol. 2, p. 1065 (s.v. conocchia); N. Tommaseo, B. Bellini, Diz. Lingua Ital. vol. I/2, p. 1632; R. Andreoli, Vocab. Nap. 1887, p. 211; G. Serra, Le conocchie "simulacri religiosi" nella continuità del loro culto pagano e cristiano, in: LN X/2-3, 1949, pp. 31-32 (rist. in Id, Lineam. I, 1958, pp. 285-288); F. D'Ascoli, Nuovo Vocab. dial,. Napol., 1993, s.v. cunocchia; S. Zazzera, Diz. Nap., 2018, p. 117 (riporta per cunocchia, oltre ai signific. "conocchia, rocca" anche "monumento funebre romano di forma troncoconica; top. 'a Cunocchia = via Giuseppe Buonomo, a ridosso dello Scudillo"). Si veda anche F. Raffaele, "La toponomastica montana del territorio di Positano in una "mappa" dipinta ..." (in preparaz. 2023-24).