Peccato! Poteva andare molto meglio quest'escursione. Mi attardo per un'oretta a fotografare il bel ragno (Eresus cinnaberinus/ E. kollaris, incontrato fra il Piano e il Canale di Malevento) e, quando mi muovo sulle tracce degli altri quattro, il tempo sta velocemente peggiorando. Nella Sella di Dolcedorme, il passo posto tra il Mt. Pollino e la Serra Dolcedorme, vengo colto da un'improvvisa forte grandinata. Mi riparo sotto alcune rocce, anche perchè non mancano dei fragorosi tuoni, che si abbattono proprio in zona. Sopra la sella, quando si devia a sinistra/est per immettersi sulla cresta della Serra Dolcedorme (il tetto del gruppo del Pollino con i suoi 2267m), il sentiero non è obbligatorio. Penso che gli altri non si avventurerebbero mai sulla dorsale scoperta con tutti quei fulmini, e che forse mi hanno già sorpassato e sono tornati giù. La grandinata prosegue per circa un'ora, e comincio a preoccuparmi per l'attrezzatura fotografica perchè sono abbastanza inzuppato. Quando la veemenza del bombardamento si attenua, penso che non valga la pena proseguire: ci vorrebbero altre due ore per arrivare in cima e tornare e rischio di far aspettare gli altri senza una buona ragione. Torno giù ai piani dove trovo uno degli amici, Pasquale, che vaga come un'anima in pena e non la smette di chiamare a squarciagola (proviene da tutt'altra parte: Fossa del Lupo / Acquafredda). E' stato incoraggiato da due ciclisti che -con bici in spalla- sono alla ricerca di una fantomatica pista ciclabile ... a 2000m di quota (!!). Ahahahah. Mitici. Comunque mi dicono che i rimanenti tre dei nostri sono arrivati in cima. Intanto il Piano di Toscano si è imbiancato di palline di grandine, e i piccoli specchi d'acqua, all'andata poco più che pozzanghere, si sono ora trasformati in un unico laghetto. E' ora di tornare alle auto... evito una pozzanghera di fango che non risparmia il mio incauto amico, minacciando di divorarlo come sabbie mobili, ma lui -spirito avventuroso- ne esce incolume, benchè totalmente inzaccherato: i fanghi fanno bene alla pelle, Pascà!!! A colle dell' Impiso aspettiamo gli altri tre per un paio d'ore (una volta tanto non sono io a dover essere atteso... però un pò mi girano le palle perchè già la mattina i tre si erano presentati con due ore di ritardo, facendomi praticamente perdere la cima della Dolcedorme!). Finalmente si parte per Scalea, base per l'escursione del giorno successivo tra le selvatiche valli dell'Orsomarso. In serata prendiamo delle pizze e birre in centro, e i ricordi delle "imprese" nelle lunghissime estati degli anni '80 sono inevitabili. Si va a dormire nella casa da dove manco ormai da un bel pò di anni. La mattina dal balcone abbiamo il mare di fronte: si intravede l'isolotto di Cirella sopra il tetto del fabbricato di fronte, m soprattutto, cosa che capirò solo anni dopo, a sinistra, in direzione Sud verso Belvedere Marittimo, si vede una montagna che mi appassionerà molto in seguito e dove salirò solo nel 2014: "la regina Montea"! Dopo un pò di pulizie nella casa che non rivedrò più (alcuni anni dopo, il terreno su cui era costruito il terzo palazzo del Fabbricato Castiello ne causerà il crollo parziale: ma anche questo è Calabria...) si parte per Orsomarso. Stavolta è andata così, ma sul massiccio del Pollino ci ritorneremo, prima E poi, in particolare alla Grande Porta del Pollino - Serra di Crispo e al favoloso "Giardino degli Dei", posti davvero unici che dal 2004 mi fecero grande impressione! E da allora ogni puntata nel gruppo del Pollino - Orsomarso, in qualsiasi stagione, non mancherà di riservare grandi emozioni! |
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Lembo meridionale della Serra di Crispo |
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Eresus kollari (m) |
Serra delle Ciavole |
Grandinata a Piano di Acquafredda, Canale di Malevento, Serra delle Ciavole (Sud) |
Piano di Acquafredda dal Canale di Malevento |
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Orsomarso
Valle del Fiume Argentino:
Povera Mosca - Pantagnoli - Golfo della Serra - Crivi di Mangiacaniglia / Fellaro (?)
(19 Settembre 2009)
Montea - Petricelle - La Caccia ! |
L'isolotto di Cirella, da casa a Scalea |
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ZIO BACCO, alias Roberto P.
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La Valle del Fiume Argentino, località "Povera Mosca". Da qui partono tre itinerari: il Sentiero 1, quello che seguiamo noi, si dirige inizialmente verso sud-est e poi, oltre l'ansa del fiume (loc. Pantagnoli), prende dritto a est inerpicandosi sui pendii che chiudono la meravigliosa e remota gola, dominata a nord-est dal Monte Palanuda. Più si procede verso est, e più il contatto con il mondo antropizzato va perdendosi inghiottito da quella che viene spesso definita l'ultima Wilderness italiana. Quando, dopo alcune ore da Orsomarso, terminano le aree pic-nic (ed ecco di nuovo i tanti ricordi delle mie estati calabresi degli anni '80) e quindi cessano anche i ponticelli ben sistemati sul fiume Argentino, ci si va ad immergere in un paradiso sempre più remoto, culla di centinaia di specie animali e vegetali, fino ad abbandonare il fondovalle per cominciare la risalita al cospetto dei torreggianti "Crivi di Mangiacaniglia". Alcune terrazzine offrono dei magnifici belvedere sulla foresta che cinge la valle, e nei punti in cui i crinali sono costellati da pini loricati, sopra ai quali scorrono grigie nubi, sembra quasi d'essere in una copia -ancorchè a scala ridotta- dei selvaggi monti della Cina o della Birmania. Dopo un frugale pranzo con pomodori, tonno in scatola e timo su una fetta di pane, ci affacciamo su di un ultimo balcone panoramico sopra il Canyon dell'Argentino abbracciato dalla verde "jungla"... Abbiamo camminato tanto tra ieri e oggi. Impossibile raggiungere punti più in alto (ci aspetta anche il lungo viaggio di ritorno in Campania). Si fa dietro front. Arrivederci Argentino, Dorsale del Pellegrino, Palanuda, Montea. Chissà che un giorno non ci si possa tornare per dare un volto più definito a questi toponimi, restandoci semmai per una settimana, con le tende, ad esplorare più a fondo questo massiccio che, con il comprensorio del Pollino, costituisce una delle aree protette più belle ed incontaminate d'Italia (oltre ad essere il Parco Nazionale più esteso nel nostro paese). Arrivederci a presto, Monti di Orsomarso! FR |
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Crivi di Mangiacaniglia |
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