MATESE: Castello di Gioia Sannitica - Fontana della Valle - Cisterna - Cesaide - Vallone S. Pasquale (Monte Monaco di Gioia)
(12 Dicembre 2009)

Le propagini meridionali della Campania Felix: Suessola, Casino Spinelli, Calabricito ... Il Monte Monaco di Gioia da Sud Ovest, con il pinnacolo della "Verneia" a destra della cima
Manco dal Matese da fine luglio, quando, in tre giorni indimenticabili, abbiamo realizzato un'epica traversata toccando le tre cime più alte del massiccio, accampandoci in tenda e aspettando al freddo tra impietosi nuvoloni uno spicchio di alba dai 2050m della cima del Miletto. Da Pesco Rosito a Letino. Imprese d'altri tempi! Rieccomi, solo solo come ai primi anni di escursioni, a far rotta verso Gioia Sannitica dove incontrerò il resto del gruppo alle 9:00. L'intento è quello di cercare la "Grotta dei Banditi", sotto la cima del Monte Monaco di Gioia, versante sud. Mi avvio in anticipo perchè ho in mente di fare anche qualche foto ai dipinti nella grotta di San Michele a Curti, ma mi attardo un pò per la via.... sarà per la prossima volta. A trattenermi è la bella luce calda del mattino che distribuisce il suo "oro" anche nelle lande dove ormai da anni regna quasi solo l'immondizia e il suo penetrante tanfo. Mi fermo sull'asse mediano a immortalare i colori dell'alba dietro il Monte Somma-Vesuvio e poi ancora, dopo Gaudello, sulla strada che porta verso Cancello Scalo (da dove passo solitamente per andare verso il Bivio-Valle di Maddaloni, la Fondovalle Isclero, Telesina e Matese). In località La Pagliara / Bosco di Calabricito sorgono infatti i resti di un Casino (appartenuto alla famiglia Spinelli) che venne edificato per soddisfare la brama venatoria dei Borbone (in realtà i casini borbonici erano spesso un "paravento" per consentire ai nobili di assaporare ben altre "carni", lontano dalla corte e dalle mogli). Casino Spinelli fu edificato su rovine romane e il sito è quello dell'antica Suessola, storica rivale della patria di Pulcinella, la vicina Acerra. Pochi anni fa sono stati effettuati degli scavi ed era anche in progetto la realizzazione di un parco archeologico, ma poi pare che i soldi siano finiti (e quando mai) e tutto è andato all'aria (e che aria!). Ma va bene così. Forse la gente di questi posti merita solo cancro e diossina, e i soldi circolano solo grazie all'immondizia e le "opere" ad essa connesse, imposte e realizzate dalle varie mafie, criminali o statali che siano.... Ma poi che pretendono ancora gli abitanti di queste terre? Hanno vissuto per secoli nella Campania Felix! E si vede che ora la "felicità" (leggi anche ubertosità e fecondità dei terreni) tocca ad altri. E' giusto così, no?!
--- Links relativi a La Pagliara, Calabricito, Casino Spinelli e Suessola: Archemail / GAN 1 - Archemail / GAN 2 - Wikipedia. Il Museo Archeologico Naturalistico Spinelli: PDF 6Mb.

Il massiccio del Matese appare, specialmente a chi gli si avvicini da sud, come una enorme fortezza di roccia. Dalla zona di Prata e Fontegreca a ovest, verso Piedimonte - Castello e fino alla parete del Monte Monaco - La Pizzuta più ad est, anche i bastioni più meridionali si presentano imponenti e aspri. A sud est si apre l'accesso più agevole (se si pensa alle erte strade che salgono per Morcone, San Massimo, Roccamandolfi, Prata-Gallo-Letino, Piedimonte-Castello-San Gregorio) attraverso la bella Cerreto Sannita, che introduce per la Forra di Lavello al meraviglioso anfiteatro dell'alta valle del Titerno. Quì sorgono Civitella Licinia, Cusano Mutri e Pietraroia, protetti in una conca verde tra il Monte Cigno a sud, l'Erbano a ovest, il Pastonico e la Gera Grande ai Piedi della maestà del Mutria che si para a Nord e l'altopiano orientale tra il Mt. Moschiaturo-Defenza , l' Erbanello, Pagliarelle e Mt. Coppe. Un isolamento geografico e in parte anche "storico" se si pensa a certe tradizioni che permangono in alcune realtà matesine, nonostante la pressione di denaro, consumismo, cemento armato, delle pale eoliche, delle finte fiere e altre amenità moderne che intaccano, ma solo in parte, un ambiente in cui si può ancora avvertire il profumo di antico.
Finalmente arrivo a Gioia Sannitica dove oltre ai Lerka c'è l'amico Paolo che conoscemmo proprio sul Miletto a luglio, quando ci offrì l'ospitalità del bivacco tra i loro cavalli impastoiati e prodotti tipici consumati nello scoppiettìo del fuoco sotto la luna piena di quelle fredda notte d'estate a 2000 metri. Ora non è a cavallo, ma porta con sè tre magnifici esemplari di pastori Maremmani, obbedienti, mansueti e giocherelloni, con il pelo folto che ricorda gli orsi polari.
Piano piano arrivano tutti, e rivedo -dopo mesi- pure il grande Tankasi, indiano del Matese, che viene dalla vicina Cerreto Sannita. Ci spostiamo per la strada di Caselle-Curti fino al Castello di Gioia dove parcheggiamo le auto per lanciarci subito verso est sul sentiero che passa per la Fontana Valle e, fuori dalla faggeta, s'inerpica sul costone sud del Monte Monaco. Conscio delle difficoltà che si possono incontrare nella ricerca di spelonche indicate sulle IGM (vedi Grotta del Caprone a Montella) mi porto una stampata della 1:25.000 e la descrizione del sentiero dall'Atlante delle Grotte della Campania. Ma ci teniamo troppo bassi, siamo 300m sotto la cima (mentre la via per le grotte dei Banditi dovrebbe passare a meno di 100 metri dalla cima prima di scendere alle terrazze-cengie dove si aprono gli accessi delle tre grotte). Io ero più in alto, ma vengo richiamato giù da qualcuno che crede di essere vicino agli antri... Non posso ignorare la chiamata. Anche perchè Tankasi ha portato le celeberrime sausicchie di Cerreto e rischio di arrivare in cima e restar senza puorco. La cima può aspettare. Ma arrivato giù, mi accorgo che siamo impelagati in un mare di spine, sulla parte alta del Vallone di San Pasquale (in fondo al quale c'è l'eremo omonimo, il paesino di Faicchio e il Monte Acero). Siamo di fronte allo sperone della Verneia (IGM), che divide il Vallone di S. Pasquale da quello successivo a est (dove c'è la grotta di San Michele a Faicchio, già visitata anni fa). La grotta dei Banditi e le altre due cavità si trovano proprio di fronte alla Verneia, poco più di 300m sotto la cima del Monaco. Ci separa l'alto tratto del vallone, un centinaio di metri di burrone e spine (e altri 100 da risalire eventualmente). Decidiamo che sarà per la prossima volta, anche perchè bisogna accendere la brace, rito in cui si cimenta come al solito il nostro indiano, coaudivato da Zio Bacco. Un'altro appaciquaramento memorabile, con il cielo che si diverte a colorarsi delle tinte più varie e ricche via via che si avvicina l'ora del tramonto, il sole che si specchia giallo nel lontano pelago, l'odore della pancetta ('a ventresca) che si spande quando le salsiccie piccanti ci hanno già abbondantemente sollazzato le panze e le bottiglie di vino sono state quasi tutte stappate.... Il panorama sotto di noi, oltre la bassa valle del Volturno, spazia a destra dal Roccamonfina, al Monte Maggiore, a mare si intravedono Ventotene e Ponza, molto più nitida Ischia, poi Capri e, dietro le pale eoliche di Sant'Agata de' Goti, il Vesuvio con Punta Campanella-Mt. San Costanzo che emerge alla sua destra...all'estrema sinistra si stagliano i Lattari e i Picentini. Mi sbizzarrisco con le foto alla luce che tinge di giallo paglierino e poi di rosso cremisi i volti dei vari-veri Lerka Minerka ormai satolli dopo la dura scarpinata e soprattutto la luculliana (per qualità oltre che per quantità) mangiata offertaci da Tankasi, che non smetteremo mai di ringraziare (e non solo per la carne che porta). Pinù si gruoss.
Si ritorna mentre sta già calando il buio. Mi attardo a fotografare il cielo blu del crepuscolo e quando mi rialzo è notte fonda. Sono costretto ad usare lo schermo della fotocamera per ritrovare il sentiero; gli altri non li sento nemmeno più. Li riacchiappo dopo una ventina di minuti; mentre taglio dritto vedo la pila di Luigi e sento l'ululato di Zio Bacco. Continuiamo insieme la discesa nel bosco, nella nera notte senza luna di una giornata senza vette e senza grotte, ma con tante emozioni che la nostra terra, le montagne, i loro prodotti e i loro abitanti non lesinano mai. Chest' è 'o Matese.
[F.R.]
I Maremmani di Paolo Centro di Gioia Sannitica,campagna nei pressi del Castello e panorama dalla zona della vecchia Cisterna. Mulattiera che scende dietro al Castel di Gioia verso la valle Ruttilonga e l'Erbano
Fontana della Valle (473m).
Gioia Sannitica vista dall'alto Il mare e le isole pontine
Monte Acero e fiume Titerno. Sullo sfondo il Mt. Pentime e il Camposauro.
Man's best friend Ischia - Procida
Panorama
Nuova fotocamera x Tankasi
La luce del tramonto
Zoomata sul tramonto (a sin. si vede Ponza) Camillo

Testo e Foto di Francesco Raffaele

(Foto: EOS 40D, EF-S 17-85 IS e EF 50mm F1,4
eccetto sestultima e penultima foto: Lumix FZ28).

Scheda (Sito Lerka Minerka)

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