I Dati storici sulla
TERZA DINASTIA
di Francesco Raffaele
-
- Il personaggio Hesyra è uno dei pochi dignitari noti della III
dinastia.
- A Saqqara la sua tomba (2405) fu scavata da Quibell nel 1911. Ma già
nel secolo precedente vi era penetrato
- A. Mariette che ne asportò 5 pannelli lignei (un sesto venne prelevato
da Quibell).
- Per ora ci occuperemo del periodo storico in cui questo personaggio visse,
il secolo che va dalla fine della II°
- dinastia alla fine della III°-inizio IV°.
- I dignitari conosciuti grazie a statue (Bedjimes,Sepa) o mastabe e loro
rilievi (Khabawsokar,Akhetaa) sembra-
- no per lo più collocabili non prima della metà della III
dinastia se non addirittura ad HUNI o Snofru (Sepa).
- Di Imhotep ed Hesyra è probabilmente coevo quel Nedjemankh di
cui restano due statue (conservate a Leida e Parigi ) ed al quale alcuni sigilli
attribuiscono la proprietà di un' altra mastaba a Bet Khallaf (K5).
- Per ciò che concerne i faraoni della III din. ed il loro effettivo
ordine di successione esistono svariate incertezze.
- Sotto questo profilo la I dinastia è assai meglio nota delle due
successive.
- Con l'epoca delle grandi piramidi invece entriamo sicuramente in un periodo
nuovo, in cui il proliferare di ogget-
- ti, monumenti,complessi funerari regali e non, ha restituito una mole
di dati nettamente superiore permettendo-
- ci, ad esempio, di tentare una ricostruzione genealogica della famiglia
reale della IV dinastia.
- Queste sono le principali liste di nomi reali (le prime tre della XIX
dinastia, la quarta tolemaica):
-
- CANONE DI TORINO -------------------- ABIDO -------------------- SAQQARA
-------- MANETONE (Africanus)---
Neb-ka (19 anni) Neb-ka Necherophes(28)
Djoser-it (19) Djoser-za Djoser Tosorthros(29)
Djoser-ty (6) Tety Djoser Tety Tyreis (7)
...Djefa (6) Sedjes Mesochris (17)
Nfr-ka-Ra Neb-ka-Ra Souphis (16)
Hu-[ni] (24) Huni ? Aches (42)
Nomi di Horo su monumenti :
SANAKHT (NEBKA)
NETERYHET (DJOSER)
SKHEMHET (DJOSER TETY)
KHABA (SEDJES)
? (NEFERKARA-NEBKARA)
QA HEDJET ?
? (HUNI - HU)
- Il totale di anni di regno per i 6 o 7 re della III din. dovrebbe aggirarsi
tra i 70-80 anni.
- Manetone,attraverso i suoi due citatori Africanus ed Eusebio, dà
un totale di anni esagerato (214) .
- Il Papiro Regio di Torino, del quale restano tutti gli anni di regno
dei sovrani della III dinastia, dà 74 anni.
- (v. P. O'Mara in G.M. 147 per un confronto tra dati del Canone di Torino
e di Manetone).
- Per il Papiro di Torino oltre a Gardiner (The Royal Canon of Turin -
1959) v. J. Malek in J.E.A. 68 p. 93-106.
- Per quanto riguarda gli 'Annali' (Pietra di Palermo, 5 frammenti del
Cairo, 1 di Londra) non vi sono nomi di re
- della III dinastia conservati nelle righe destinate a contenere i titoli
ed il nome della regina madre; comunque
- secondo le più recenti ricostruzioni (Kaiser Z.A.S. 86, Helck
M.D.A.I.K. 30 e Thinitenzeit, Barta Z.A.S. 108)
- la riga 5 doveva cominciare con l' ultimo re della II° dinastia (Khasekhemui)
e contenere poi i sovrani della III, cosicchè il regno di Huni terminava
proprio nell' ultima casella di anno all' estremità sinistra della
riga 5 :
- quindi sui frammenti a noi noti vanno riconosciuti gli ultimi 6 anni
di regno di Nebka ed i primi 5 di Djoser sulla
- riga 5 del frammento di Palermo, gli ultimi anni del regno di Djoser,
tutti i 6/7 di Sekhemhet ed i primi 2 del suo
- successore sulla riga 5(illeggibile) del frammento principale del Cairo
(1) e 4 anni (tra i primi di regno)di Huni o
- forse di Nebka sul frammento di Londra (quest' ultimo è cioè,
lato recto, a destra di P o a sinistra di C1 ?).
- Pare sicuro che l'origine della III dinastia (che segna il trasferimento
definitivo della capitale da Tinis a Menfi)
- sia da attribuire al sovrano KHASEKHEMUI / Nebuihotepimef ,restauratore
dell'ordine dopo un periodo che,
- in virtù delle testimonianze archeologiche, sembra sia stato quanto
mai oscuro .
- Va precisato che, malgrado la presenza nella necropoli di Abido delle
tombe reali di fine II dinastia, il centro
- nevralgico dello stato 'thinita' era probabilmente stato fissato a Menfi
già dall' età di Aha, come vuole la tra-
- dizione tramandata posteriormente in riferimento al mitico Menes.
- L' area thinita doveva avere perciò un' importanza prevalentemente
mitico-religiosa (sede delle sepolture dei
- re arcaici nelle necropoli B ed U nonchè rilevante centro cultuale
del dio Khentyimentyw) più che politica(sede
- di palazzo reale, amministrazione, insediamento urbano) anche nello stesso
periodo protodinastico.
- Uno spostamento della necropoli regia si era verificato all'inizio della
II din. poichè è noto che gli appartamenti sotterranei delle
mastabe di HOTEPSEKHEMUI e NINETER(1° e 3° della dinastia) si trovano
sotto la rampa cerimoniale e la piramide del complesso di UNAS , poco lontano
dal muro sud di Djoser a Saqqara.
- Altre tombe coeve sono più a nord come la grande mastaba 2302
di Ruaben , contemporaneo di NEBRA.
- Anche il culto funerario di re come SENEDJ e PERIBSEN è affidato,
durante la IV dinastia,ad un sacerdote di
- Saqqara, Shery ,che è capo dei preti Uab nella necropoli di Peribsen
e nel palazzo di Senedj (A.S.A.E.44,294).
- Le poche tracce di WNEG (vasi in pietra) o di chi altri (liste ramessidi)
le possiamo quì tralasciare.
- Tra i sovrani della II din. l'ultimo (KHASEKHEMUI) è quello meno
'presente' a Saqqara se si eccettuano le iscrizioni sui vasi recuperati dai
sotterranei del complesso di DJOSER : questi però derivano da una intensa
- attività di recupero fatta effettuare da Djoser stesso non necessariamente
solo a Saqqara.
- Ma Khasekhemui (già Khasekhem) ,è anche l'unico,assieme
a Peribsen, ad essere ben noto ad Abidos (tomba
- e ' forte') ed a Hieraconpolis (altro 'forte',architravi con scene di
fondazione e, dal tempio di Horus, vasi in pie-
- tra con iscrizioni, frammenti di stele e blocchi inscritti oltre a due
belle statue) ; ed in questi luoghi meridionali
- i suddetti sovrani di inizio II din. sono a loro volta quasi totalmente
assenti.
- Sembra che alla vigilia del definitivo spostamento a Menfi anche della
necropoli regia ,all' alba della III din. ,
- sia stata sentita per qualche ragione sconosciuta la necessità
di riportare verso il sud il baricentro dello stato.
- I primi tre re della II dinastia, non hanno lasciato ad Abido che flebili
tracce su vasi di pietra ritrovati nella se-
- poltura di Peribsen a Umm el Qab (Petrie R.T. II pl. VIII/ 8-13), mentre
gli ultimi due (lo stesso Peribsen e
- Khasekhemui), poveri o del tutto privi di funzionari coevi sepolti a
Saqqara, tornarono a farsi seppellire nella necropoli thinita che era stata
abbandonata alla fine della I dinastia.
- Ancora incerta la posizione del terzultimo re ( Sekhemib - Perenmaat
) in cui una vecchia ipotesi vedeva lo
- stesso Peribsen, prima dell' "eresia" sethiana che lo avrebbe
portato a cambiare titolatura e nome
- (v. in favore dell' identità l'impronta di sigillo in Petrie 'Scrabs
& cylinders...' tav. VIII- Peribsen/Sekhemib).
- Questo periodo è spesso stato descritto come teatro di violenti
scontri tra i sostenitori di due fazioni opposte
- (Sud e Nord ovvero seguaci di Horus e di Seth) sulla base di ipotesi
formulate da eminenti studiosi che si ap-
- poggiavano a dati spesso provenienti da una lettura forse troppo storicistica
di allusioni presenti in miti e
- racconti cronologicamente molto posteriori; gli incendi delle tombe di
Umm el Qab supportavano felicemente
- queste teorie essendone una prova 'archeologica' (tralaltro con eco anche
letteraria);
- esiste un' effettiva carenza di notizie per questo periodo; e siamo portati
a considerare come 'bui' o di crisi i
- regni o le dinastie di cui restano poche tracce.
- Alla luce di queste considerazioni il regno di Khasekhemui , con le sue
varie manifestazioni artistiche e le
- testimonianze di contatti commerciali con Biblo (v. Montet, Kemi 1),
sembra rivivere di un nuovo e ritrovato
- splendore dopo una decadenza dovuta chissà a quali eventi catastrofici,
bellici o comunque eclatanti.
- Ma tutto potrebbe essere stato meno drastico e apocalittico di quanto
sembra e non è anzi da escludere che
- alcuni sovrani abbiano regnato a nord contemporaneamente ad altri a sud
e che ciò che si è creduto avvenis-
- se in seguito a guerre e rivolte sia stato invece un lento e silente
processo disgregativo (seppure all' interno di
- una generale tendenza all' espansione ed allo sviluppo).
- Gli avvenimenti verificatasi durante la seconda dinastia potrebbero anche
essere interpretati come l'effetto o
- il risultato di quella situazione di decentramento del potere amministrativo,
(già in atto all'inizio della I dinastia
- e forse da vedere come presupposto o pilastro della stessa unificazione
e non come sua degenerazione) che re-
- se i dignitari (sepolti a Saqqara secondo la maggior parte degli studiosi)
così vicini nella ricchezza delle loro
- tombe ai rispettivi re; questi ultimi furono sepolti ad Abido dove avevano
sepolture più piccole(che però erano associate ai grandi templi
(?) funerari le 'Tombs of Courtiers' ,ampi recinti situati a nord di Umm el
Qab) .
- Un' ulteriore interpretazione, recentemente molto accreditata, di questo
fenomeno è quella che identifica nei
- dignitari sepolti a Saqqara i fratelli del re o comunque suoi parenti;
tali ipotetici vincoli di parentela non sono
- stati dedotti da epiteti ma dall' ipotesi (Kaplony) che esistessero legami
del genere quando i nomi dei dignitari
- erano scritti al fianco del serekh regale sulle tavolette.
- Inoltre, come insegna la storia dell' Antico Regno, il fatto che il re
tentasse di cementare attorno a sè una fede-
- le schiera di dignitari tramite i vincoli di parentela (suoi fratelli
o sposi di sue consanguinee),non ci può impedire
- di pensare che competizioni e contrasti di interessi si verificassero
ugualmente (come dimostrano le contromisu-
- re che vennero attuate nella VI dinastia per arginare le pretese dei
principi).
- Se i fatti stavano così è dunque ipotizzabile che tra i
re sepolti ad Abydos e i rispettivi funzionari menfiti della I dinastia esistesse
un rapporto di subordinazione molto meno radicato nella realtà di quanto
potesse apparire e
- che forse questo era l'unico modo allora possibile per tenere sotto controllo
il Delta o altre regioni provinciali;
- perciò i funzionari del re, dislocati in centri più o meno
lontani dalla residenza reale, imparentati o no alla fami-
- glia reale e forse imparentati anche con le famiglie più potenti
dei centri in cui erano insediati, dovevano godere
- di una certa autonomia , a opinione dello scrivente, in un periodo in
cui un forte accentramento regio era ancora
- a venire.
- In ogni caso la prova spesso assai trascurata dell'effettiva appartenenza
delle tombe di Saqqara della I dinastia
- a personaggi privati o comunque non a sovrani,ci è data(al di
là dei recenti scavi tedeschi ad Abido) dagli stessi
- ritrovamenti effettuati in alcune tombe della necropoli menfita (v. ad
es. Emery in A.S.A.E. 39) : cofanetti con
- gli strumenti da lavoro che di certo si addicevano molto di più
ad un professionista che ad un re.
- Con le prime due dinastie perciò, il flusso di beni ricavati grazie
al prelievo fiscale statale non aveva ancora la
- portata che avrebbe avuto nelle successive dinastie: causa di ciò
era l' inefficienza di un organismo non ancora
- capace di gestire gli introiti da un vasto territorio senza poter fare
a meno dell' ausilio di autorità locali ; queste
- inevitabilmente tenevano per sè ampie percentuali (necessarie
per la costruzione dei complessi funerari di Tura Saqqara, Tarkhan, Abu Roash)
decurtando quindi l'ammontare totale dei tributi spettanti al sovrano.
- Non è neanche da escludere che un centro amministrativo di grande
peso esistesse anche ad Abido dove forse
- i re thiniti ancora risiedevano nella II dinastia, ma data l'impossibilità
di verifica sul campo queste affermazioni
- restano ipotetiche.
- Vale la pena ricordare a questo proposito che la possibilità di
una scissione tra Alto e Basso Egitto durante la
- II° dinastia viene contemplata anche a proposito della ricostruzione
degli 'Annali' (v. Barta in Z.A.S. 108 p.12):
- senza dilungarci quì troppo diciamo che si è incerti se
in questa fonte di tradizione memfita e di carattere così
- strettamente rispettoso delle successioni di singoli anni di regno fossero
inclusi sia Khasekhemui che i contem-
- poranei 'Gegenkonige' di Memfi (Neferkara, Neferkasokar e la lacuna Hudjefa
documentati in altre liste).
- KHASEKHEMUI è colui che riassestò lo stato dopo questa
rivoluzione politico-sociale il cui effetto più vistoso
- appare nella propaganda della titolatura regia come aderenza al culto
di Seth/Ash che sostituisce Horo sul Srkh
- di PERIBSEN e come riappacificazione di Horo e Seth da parte di KHASEKHEMUI
(Nebui-hotep-im.f).
- Questo noto lato religioso della questione ha portato gli egittologi
(da Sethe e Petrie ad Emery) a proporre la
- teoria della guerra religiosa confondendo perciò un mero effetto
o aspetto con la causa: ma, come è noto, non
- c'è guerra santa che non nasconda dietro il movente religioso
interessi e fini di più schietta matrice politica o economica; ed è
proprio di questo stampo che potrebbe essere stata la 'crisi' della II dinastia.
- Pur volendo ammorbidire i toni della questione è innegabile che
la presenza di KHASEKHEM, praticamente
- limitata alla sola Hieraconpolis, e quella di KHASEKHEMUI (siano o no
la stessa persona) molto più diffusa,
- stanno ad indicare che a quest'ultimo re si deve comunque riconoscere
qualche azione riunificatoria sul paese.
- Ad Elefantina sono stati trovari sigilli di Peribsen : se ciò
potesse bastare per stabilire che su questa frontiera
- si esercitava un certo controllo da parte dello stato faraonico di metà
II din. , allora qualche teoria troppo radi- calmente decadentista su questa
fase andrebbe rivista; ma, a giudicare dai risultati delle campagne di scavo
tedesche, sembra che,rispetto all'occupazione protodinastica e I dinastia(Tempio
di Satis e Fortezza) ed a quel-
- la della III dinastia (complesso amministrativo, piramide , impronte
di sigillo ) la fase datata alla II dinastia
- sia effettivamente indicatrice di un periodo di lieve iato nella presenza
faraonica (Seidlmayer in Spencer 1996).
- Ulteriori ritrovamenti da altri siti potrebbero accrescere la nostra
conoscenza di regni e dinasti oggi ancora po-
- co noti permettendoci così di trarre conclusioni più sicure
su certi fatti dei quali adesso possiamo solo proporre ipotesi su basi un
pò effimere.
- KHASEKHEMUI sposò la regina Nimaathap sepolta molto probabilmente
a Bet Khallaf (K2) ma nota anche a
- nord per impronte di sigillo da Helwan (v. T.A.H. Wilkinson in M.D.A.I.K.
52) e Saqqara. (NO, entrambi errori)
- Durante il suo regno le realizzazioni tecniche e artistiche ritornarono
agli alti livelli dei primi dinasti: segno,per
- alcuni , di una ritrovata tranquillità o forse di una vera e propria
(ennesima) riunificazione delle due terre .
- Su alcuni sigilli (trovati da Petrie ad Abido nella tomba di KHASEKHEMUI
e da Garstang a Bet Khallaf) la
- regina Nimaathap ha il titolo di Madre dei figli del re; e poichè
la necropoli di Bet Khallaf è usata ancora
- sotto i primi due re della III dinastia, si è ipotizzato che la
coppia reale abbia generato Sanakht (=Nebka ?)
- e Netheryhet (Djoser) che sono appunto i primi (?) due re della III dinastia.
- (Per la sequenza dei re della II din. v. Helck in 'Thinitenzeit' p.100-109,
194-203 e id. in Z.A.S. 106 p. 120-32).
- La III dinastia brilla della luce riflessa da un grande re: Djoser ;
sua è la prima età della storia egizia in cui si
- raggiungono livelli di assoluto splendore testimoniato da opere davvero
monumentali non solo in campo archi-
- tettonico; è questa anche l'età dei primi personaggi privati
di cui ci siano giunte testimonianze più cospicue
- grazie sia alla loro saggezza ed abilità che alla magnificienza
della loro ultima dimora.
- Di nuovo il periodo centrale della dinastia è segnato da grosse
lacune nelle nostre conoscenze, lacune che for-
- se esistevano già in età ramesside, al tempo della compilazione
delle liste di Abido,Saqqara,del Papiro dei Re.
- Alcuni nomi ci sono noti in documenti unici : NEFERKARA e NEBKARA sono
rispettivamente il 5° dei 5
- nomi della lista di Abido ed il 3° dei 4 di quella di Saqqara .
- Nella lista di Saqqara (Tomba di Tjuroy) il primo sovrano è Djoser
al quale il Canone di Torino e la lista del
- tempio di Seti ad Abido fanno invece precedere NEBKA (che nel papiro
di Torino è però spostato ad ultimo
- re della precedente dinastia per sottolineare l'importanza di DJOSER,
iniziatore di una nuova epoca).
- SEDJES è solo ad Abido (4°) e nella stessa posizione il Canone
Reale porta i sei anni di ... DJEFA: questo,
- più che integrabile come SEDJEFA per assonanza con SEDJES è
invece "hudjefa" che compare anche tra
- NEFERKASEKER e BEBY(KHASEKHEMUI) alla fine della II dinastia sullo stesso
documento;
- Goedicke (J.E.A. 42 p.50) propose di intendere l'espressione come indicazione
di "lacuna" del documento
- originale dal quale il papiro era stato copiato, e non come nome di un
re. Barta, nella sua sistemazione della
- cronologia dell'Antico Regno in base all'analisi della Pietra di Palermo
(Z.A.S. 108, 1981) ritiene HUDJEFA
- equivalente a NEFERKARA/SEDJES che è l' Horus KHABA.
- Recentemente si è ritornati ad attribuire alla III din. una bella
stele acquistata alla fine degli anni '60 dal
- Louvre che mostra l' Horus QA HEDJET stante e abbracciato dal dio Horus;
il pezzo, già attribuito a QA'A
- (ultimo re della I din.) sembra più vicino stilisticamente ai
rilievi dello Wadi Maghara dell'inizio III dinastia
- rispetto ai quali indubbiamente mostra una ancor maggiore sicurezza e
precisione dei tratti.
- Barta (op.cit.) lo identifica con HUNI del quale peraltro è ignoto
il nome d' Horus (v. anche Kahl et al 1995).
- E' possibile perciò che il periodo precedente Huni abbia visto
succedersi vari sovrani dalla durata di regno ef-
- fimera, di pochi anni o mesi. Questo spiegherebbe le discordie tra le
liste per il periodo dopo Sekhemhet ed
- inoltre lascia spazio per possibili aggiunte di nuovi nomi regali.
- L'inizio della dinastia dà meno problemi poichè è
più o meno da tutti accettata l'identità NEBKA/SANAKHT
- che precederebbe (non seguirebbe come in Drioton e Vandier p.169) NETERYHET/DJOSER
;
- Recentemente comunque sembra ritornare in voga la collocazione di SANAKHT
dopo SEKHEMHET(Kahl).
- L'altro sovrano famoso per il complesso a Saqqara, SEKHEMHET, (TETY,
DJOSERTETY e DJOSERTY
- nelle liste reali)precede(più che seguire)KHABA al quale è
attribuita la piramide a strati di Zawyet el Aryan.
- Resta da dire qualcosa sul motivo del cambio dinastico: Manetone parla
di '9 re di Menfi'; pure se alla fine
- della II dinastia Khasekhemui sembra aver riportato a Hieraconpoli la
capitale, la maggior parte dei sovrani
- della II è più nota a Saqqara che altrove e quindi ciò
indicherebbe uno spostamento del centro di comando a
- Menfi già molto prima dell'inizio della III dinastia.D'altra parte
le nostre conoscenze potrebbero essere state falsate dalla casualità
con cui i reperti di questo periodo sono sopravvissuti o sono andati perduti
ed è noto
- che le aree urbane dei vecchi siti (This) sono ormai sotto i moderni
insediamenti cittadini e perciò insondabili.
- (Per ulteriori riflessioni riguardo il cambiamento dinastico v. Huni).
-
- Pur mancando dei ricchi corpora di iscrizioni su sigilli, tavolette e
vasi in pietra (questi ultimi provenienti pro-
- prio dal complesso di Djoser) che caratterizzano le due precedenti dinastie,
la terza dinastia le supera per ciò
- che concerne il numero di esempi di statuaria, di rilievi e pitture (
provenienti dalle mastabe dei privati ) , delle grandi tombe private (mastabe
situate prevalentemente ad ovest del gruppo della I dinastia a Saqqara) e
dei
- primi grandi complessi funerari regali.
- La statuaria della terza dinastia è divisibile in due tronconi
principali; fino al regno di Huni o poco prima i pezzi
- (regali e privati) mostrano una evidente continuità con il materiale
della II dinastia ; solo i due esemplari del re
- Khasekhem(ui) da Hieraconpolis spiazzano un pò tutta la sequenza
essendo veramente molto ben definite nei
- dettagli tanto da essere da taluni considerate d'epoca saitica; a proposito
di una statuetta di Ninether(3° re del-
- la II din.)della collezione di G. Michailides, W.K. Simpson(J.E.A. 42
p. 48)dice che essa "resembles the Djoser serdab statue more closely
than it does the Khasekhem pair in the treatment of the volumes of the body
".
- In generale le statue del secondo gruppo hanno caratteristiche che le
fanno collocare in un periodo di transizio-
- ne, durante i regni di Huni,Snofru e Khufu, in cui spariscono o si attenuano
notevolmente le cosiddette posizio-
- ni arcaiche e le loro varianti, le fattezze si fanno meno tozze, e i
materiali subiscono un' inversione nel loro uso
- preferendosi il calcare per la statuaria privata e le pietre più
dure per quelle reali.
- E' a questo secondo gruppo che appartengono le statue di Sepa e Neset,
Methen, Rahotep e Nofret,Akhetaa.
- Vi è inoltre la grande testa di re con corona bianca (granito,
Brooklyn) appartenente ad Huni o Khufu e proba-
- bilmente il cosiddetto "scriba di Chicago" in granito, l'esemplare
più antico riprodotto in questa posa.
- Al primo gruppo appartengono i pezzi di Nedjemankh, Ankhwas/Bedjmes,
Redit, la "dama di Bruxelles", il re con coltello di Brooklyn, Ankh,
la statua del serdab di Djoser ed altri frammenti in calcare bianco dello
stesso
- re; ancora più antichi sono 'Hotepdief' , la "dama di Napoli",
la statuetta in calcare da Abusir conservata a Berlino, e gli esemplari dei
re della II dinastia (Khasekhem ,Ninether) oltre a vari altri pezzi anonimi
.
- Le Tombe private - Le principali necropoli private della terza dinastia
sono in Basso Egitto, attorno a Menfi.
- La necropoli di Meidum cominciò a svilupparsi proprio attorno
alla piramide di Huni (v.).
- A Saqqara,dopo la lunga fila di tombe della I dinastia sul margine est
della scarpata, la necropoli della II e III
- din. prese a diffondersi verso ovest : in uno spazio relativamente ristretto
si addensarono più di 2000 tombe
- di cui alcune decine superiori a 20 m. di lunghezza (N-S).
- Le opere principali su questi monumenti -Mariette 'Les Mastabas de l'
Ancien...',Quibell 'Archaic Mastabas'
- nonchè Reisner 'Development ...' - risalgono al 1898,1923,1936.
- Tra le tombe più interessanti c'è proprio quella di Hesyra
che sarà brevemente descritta più avanti.
- In generale la sovrastruttura è in mattoni con facciata liscia
che talvolta copre una precedente facciata a nic-
- chie (presenti su tutti e quattro i lati - es. Giza T - o solo su quello
orientale - QS 2405 -).
- L'ingresso è sul lato est, verso la sua estremità meridionale;
si accede ad una nicchia a croce e quindi verso
- sud c'è il serdab mentre verso nord parte un lungo corridoio compreso
tra le due facciate parallele orientali.
- Per quanto concerne l'infrastruttura è ancora più arduo
cercare di semplificare le cose; ci interessano le tom-
- be dei gruppi IV-A(1) e IV-B(1) di Reisner (op.cit.) (v.Vandier 'Manuel'
1952 p.660-672)le cui camere sotter-
- ranee sono raggiungibili tramite una rampa a scale,un pozzo vericale
o entrambi, sempre scavati nella roccia.
- Nel tipo IV-B(1), che consta di più camere, possono esserci anche
due o tre livelli (piani sotterranei) diversi.
- Dei complessi funerari regali brevi cenni saranno dati nella trattazione
dei singoli sovrani cui sono attribuiti ;
- vale la pena però ricordare che a Saqqara esistono altri due recinti
murari oltre ai due più noti.
- Ad ovest del complesso di Djoser sono visibili (fotografia aerea) due
lati di un piccolo recinto il cui muro nord
- dovrebbe correre presso la tomba di Ptahhotep. E' stato attribuito alla
III din. ma a nessun re in particolare.
- Ben più monumentale è invece il rettangolo murario situato
ad ovest del complesso di Sekhemhet, gia noto
- sulla Carta della Necropoli Menfita realizzata da J. de Morgan : copre
un'area che è una volta e mezzo quella
- del complesso di Djoser, lo spessore medio delle mura di cinta (che non
sembrano essere doppie come il de
- Morgan credeva) è di ben 15 m. ed il decorso non è a rientranze
e sporgenze ma rettilineo (Gisr el Mudir) .
- Nessun resto di edifici coevi è stato trovato al suo interno,
solo sepolture più tarde e qualche oggetto della
- III dinastia. Dal 1990 gli archeologi scozzesi vi stanno compiendo sondaggi
con l'ausilio della resistività
- magnetica (v. J.E.A. 79/ 1993 e M.D.A.I.K. 47/ 1991).
- Rimandiamo alla trattazione su HUNI i cenni relativi alle 7 piccole piramidi
a gradini o "Sinki" trovate un pò ovunque in Egitto e che
sembrano risalire appunto al periodo di quel sovrano.
- Infine ci schieriamo dalla parte di Lauer (R.d.E. 14) nel respingere
per la 'Piramide incompiuta' o 'Piramide
- Nord' di Zawiet el Aryan una datazione anteriore alla metà della
IV dinastia.
- Questa grande fossa, gia attribuita a NEBKA per un nome in ieratico che
ricorre su alcuni suoi blocchi e che
- Barsanti trovò ad inizio secolo,(A.S.A.E. 7 e 12 ed inoltre B.Gunn
in A.S.A.E. 26 p. 177-96) e da Reisner fatta
- risalire addirittura alla II dinastia, è più probabilmente
assegnabile ad un successore di Khefren (nella linea
- dinastica di Djedefra oppure uno di quei nomi della lacuna sul Canone
di Torino (col. 3 n. 14-16)) ovvero ad
- uno dei 'prìncipi' di Khufw dell' iscrizione alle cave dello Wadi
Hammamat (Baefra,Djedefhor).
- Le dimensioni (del complesso e dei blocchi di pietra) , l'uso massiccio
del granito e la somiglianza, ma in sca-
- la maggiore, con il monumento di Djedefra ad Abu Roash avvalorano questa
ipotesi; destano comunque una
- certa meraviglia gli elementi che la avvicinano alla III din. (discenderia)
per i quali andrebbe ipotizzato un
- ritorno , durante la IV din., al tipo di scavo preparatorio in uso quasi
un secolo prima. La lettura della scritta
- in corsivo poc'anzi citata è stata accostata anche al nome dell'
oscuro NEFERKARA o NEBKARA regnante
- da collocare appunto verso la fine della III dinastia; ma in ogni caso
pare più convincente ritenere l' enorme
- scavo opera di un faraone, seppure effimero, pur sempre della seconda
metà della IV dinastia , piuttosto che
-
di un sovrano parimenti effimero ma della III°.
-
- SANAKHT / NEBKA
- Un tempo questo re era ritenuto successore di DJOSER, dando maggior peso
agli elementi , pur presenti,
- comprovanti questo ordine; non era però ancora stata scoperta
l' esistenza dell' Horus SEKHEMHET.
- Dubbia è tuttora anche l'appartenenza dei nomi NEBKA-SANAKHT ad
uno stesso re, benchè la maggior
- parte degli egittologi la accetti sulla base di una prova piuttosto debole;
Sethe lesse [NEB] KA su di una
- impronta di sigillo da Bet Khallaf dove i due nomi sembravano essere
appaiati (Cambridge A. Hist. vol. I
- pt.2 pag.157 e Drioton-Vandier p.200) anche se solo .... KA era effettivamente
leggibile del secondo nome
- (Garstang M.& B.K. pl. XIX,7). La tomba K2 a Bet Khallaf un tempo
attribuitagli, è stata antedatata alla
- madre (?) Nimaathapi (Vandier - Manuel I , 870 ; Reisner - Develop. ;
Lauer - Pyr. Degr.).
- Secondo Petrie (A History I pp. 29-30 7.ed.) Sanakht era identificabile
sia con Nebka che con Nebkara.
- R.Weill (II et III dynasties) identificava Sanakht a NEFERKA; Barta (op.cit.)
a Nebka-Nebkara.
- Come già detto, di recente stà riprendendo piede l' ipotesi
(Swelim, Kahl) che questo sovrano debba essere
- collocato dopo DJOSER e SEKHEMHET.
- Vi sono tracce che indicano che NEBKA avrebbe saltuariamente usato il
cartiglio per il suo secondo nome;
- durante il resto della dinastia però continua a prevalere il nome
d' Horus(in serekh) fino al definitivo cambio
- d'importanza con HUNI, Snofru e Khufu dei quali sono appunto più
comuni i nomi da cartiglio (Nswt Bity).
- Comunque la prima attestazione di un nome reale racchiuso da un cartiglio
risale alla dinastia precedente
- come mostra un sigillo inedito di PERIBSEN conservato alle Civiche Raccolte
di Milano (RAN 997 02 01).
- I reperti più antichi con il nome NEBKA in cartiglio provengono
dalle iscrizioni della tomba di Akhetaa
- (Saqqara Q 3345-3346) e da iscrizioni da Abusir (v. Kahl et al. 1995
p.202-5(Nebka), 140-51(Sanakht)).
- Il nome d' Horus SANAKHT è tra quelli trovati in Sinai presso
lo Wadi Maghara;
- (dagli anni '50 si sono attribuiti a SEKHEMHET i serekh prima creduti
di SEMERHET).
- Anche se,come detto, il nome SANAKHT compare a Bet Khallaf non si è
trovata quì alcuna traccia di una
- mastaba che gli si possa attribuire con certezza : tanto che è
stata avanzata l'ipotesi,anche questa puramente speculativa, che il primo
stadio di edificazione della piramide a gradoni di DJOSER, la prima mastaba,
fosse
- opera sua. In alternativa è stata proposta come sua sepoltura
la galleria/pozzo n° 3 sotto il lato est della stes-
- sa piramide, dove,secondo Lauer (B.I.F.A.O. 79 p. 368-9) Sanakht sarebbe
stato trasferito da Djoser stesso.
- In un deposito di vasi a nord del tempio funerario di DJOSER sono stati
trovati sigilli di SANAKHT.
- Dalla Piramide a Gradoni provengono un paio di sigilli ma niente di più
(Kaplony I.A.F. I p.170) .
- Oltre alle impronte di sigilli da Bet Khallaf (Garstang, 'Mahasnah and
Bet Khallaf' pl. XIX), riferimenti su
- alcuni scarabei di Nebka sono in Petrie (A History of Egypt I, pp. 29,30
- 7 ed.): Sayce,Fraser,Petrie Hist.Sc.
- Sugli scarabei il nome è racchiuso in cartiglio e le mani del
segno 'ka' sono ovoidali.
- Negli anni ottanta gli scavi tedeschi ad Elefantina hanno rinvenuto sigilli
con il nome SANAKHT.
- Si conoscono alcuni dignitari del re: Nedjemankh potrebbe aver cominciato
in questo regno la sua carriera;
- il nobile, giudice e visir Menka (Cambridege Ancient History vol. I pt.
2, 1971) potrebbe invece aver conclu-
- so la sua carriera sotto SANAKHT ma è più probabilmente
vissuto alla fine della II dinastia : egli è infatti
- noto per iscrizioni su alcuni dei vasi trovati sotto la piramide a gradoni
e questi, come si sà, risalgono tutti
- alle precedenti due dinastie. (Il titolo di Visir -Thaty- compare, prima
del suddetto Menka, solo sulla
- nota Tavoletta di Narmer dove però è poco chiaro se voglia
effettivamente indicare una carica) .